Conte si schiera per la prima volta sul Mes: “Troppi rischi, pochi vantaggi”
Ieri sera, nel corso della conferenza stampa con cui ha presentato le misure contenute nel nuovo Dpcm sul Coronavirus, il premier Giuseppe Conte ha risposto a una domanda del direttore di TPI, Giulio Gambino, che gli ha chiesto perché non usare i fondi del Mes, il Fondo salva-Stati, per far fronte all’emergenza legata alla nuova ondata di contagi. Per la prima volta, il presidente del Consiglio si è schierato apertamente sul tema, che da tempo divide maggioranza e opposizioni. “Rivalutare il Mes? – ha risposto Conte – Meglio chiarire il termine della questione. I soldi del Mes sono dei prestiti: non possono finanziare spese aggiuntive. Si possono coprire spese già fatte in cambio di un risparmio di interessi. Ciò significa che vanno a incrementare il debito pubblico: se li prendiamo, dovremo intervenire con nuove tasse o tagli di spese. Perché il debito pubblico va tenuto sotto controllo. Il Mes non è la panacea come viene rappresentata: abbiamo stanziato 4 miliardi, in più ci sono i soldi del Recovery Fund. Il vantaggio in termini di interesse è contenuto: sono 200 milioni. C’e’ un rischio che gli analisti colgono, lo ‘stigma’, non quantificabile. Sure l’hanno preso una decina di Paesi, il Mes nessuno. Se avremo bisogno di cassa tra gli strumenti c’è anche il Mes, ovviamente, non ci sono pregiudizi”.
Le reazioni
Le parole del premier hanno aperto un ampio dibattito all’interno del Governo giallorosso, con il Pd e Italia Viva che non hanno esitato a criticare Conte e con il M5s. Sono state soprattutto le parole del segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, a scuotere la maggioranza: “Credo che un tema come il Mes vada affrontato nelle sedi opportune – ha dichiarato il leader dem – con una discussione parlamentare tra il governo e le forze della maggioranza e non con una battuta in conferenza stampa che credo porti solo ad uno strascico di polemiche. Ciò non è in sintonia con la volontà che abbiamo di dare punti fermi agli italiani”. Zingaretti, inoltre, ha aggiunto che Conte farebbe meglio a “scommettere sulla solidarietà di tutte le forze politiche della maggioranza” evitando “polemiche politiche”. A rincarare la dose ci ha pensato la vice di Zingaretti, Deborah Serracchiani: “Il presidente del Consiglio ha il compito di mantenere ‘l’unità di indirizzo politico’ del Governo, tenendo conto delle posizioni della maggioranza e non riportando solo quella di un partito”, ha detto. Se il Pd spinge affinché una decisione sul Mes venga presa in seno al Parlamento, Italia Viva – tramite le parole di Luciano Nobili – si accoda alla richiesta: “Il luogo per discutere cosa fare del Mes è il Parlamento e quel tavolo politico tra le forze di maggioranza che Matteo Renzi e Italia Viva chiedono con insistenza da alcune settimane, non una conferenza stampa”.
Favorevoli al Mes anche le opposizioni: “Dopo giorni di indiscrezioni sui contenuti del Dpcm – ha scritto la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna (Forza Italia), su Facebook – e dopo aver tenuto gli italiani in attesa per tutta la domenica sera, il premier Conte cala la maschera e dice che l’Italia non ha bisogno del Mes. Abbiamo finalmente capito chi comanda nel governo: il M5s”. Ancora più duro Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia: “Caro presidente Conte, sul Mes, hai detto, purtroppo, molte cose inesatte ed alcune manifestamente sbagliate. Mi permetto di riassumerti la questione: 1. il ‘nuovo Mes’ (Enhanced Conditions Credit Line) è conveniente: è infatti un prestito ad interesse oggi pari a zero, o addirittura sotto zero, mentre l’emissione di Btp di durata analoga costerebbe certamente molto di più; 2. Non ha particolari condizionalità se non quella di utilizzare le risorse per spese sanitarie dirette e indirette; 3. I 36-37 miliardi erano disponibili già dall’estate per realizzare i relativi investimenti in funzione della seconda ondata della pandemia che purtroppo si sta manifestando (investimenti che non si sono fatti); 4. il Mes avrebbe finanziato e finanzierebbe il bilancio sanitario delle Regioni; 5. le risorse così investite avrebbero rafforzato e rafforzerebbero strutturalmente il Ssn (come ben sai, ancora strutturalmente carente soprattutto al Sud)”. Brunetta ha poi continuato: “Non è vero che i mercati finanziari stigmatizzerebbero in negativo l’Italia: è vero il contrario, in quanto vedrebbero nel sì al Mes la volontà di rafforzare il Ssn, come richiesto dall’Europa. Non è vero che nessuno ha chiesto il Mes. È vero che molti paesi dell’eurozona, avendo rendimenti medi più bassi a quelli del Mes, non l’hanno richiesto. Purtroppo non è il caso dell’Italia. Inoltre, i 4 miliardi che hai messo nel documento programmatico di bilancio per la sanità, sono deficit e quindi debito, esattamente come il Mes, solo che costano di più e certamente non bastano. E arriveranno l’anno prossimo, quando i 37 miliardi del Mes potevano essere spendibili, come ti ho già detto, in tutto o in parte, fin dall’estate di quest’anno. Ci sono almeno 6 mesi di differenza”.
Il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, si è detto invece “sbalordito per la banalità e la demagogia delle parole di Conte sul Mes. Sono mesi che facciamo debito pubblico extra per superare i danni della pandemia ad un tasso di interesse più oneroso di quelli del Mes. E’ evidente a tutti gli italiani che bisogna potenziare la sanità e per far questo ci vogliono risorse nuove, disponibili subito. Lì ci sono, da altre parti no”. Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, ha invece affermato: “In un momento così drammatico, Conte in diretta tv riesce a dire che prendere il Mes comporterebbe nuove tasse o tagli di spesa. Una bugia patetica: il Governo ha speso oltre 100 miliardi in deficit indebitandosi sui mercati a tassi di interesse molto più alti di quelli previsti dal Mes. Anche di fronte alla pandemia, vince la propaganda grillina. Il resto della maggioranza, che giustamente aveva invocato il Mes non come panacea ma come strumento necessario in condizioni drammatiche cui l’Italia si mostra impreparata, subisce l’arroganza del M5s”.
Un assist al premier, invece, arriva da Fratelli d’Italia: “Conte ha capito – ha detto il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida – e ammette esplicitamente che il Mes è una grande fregatura che imporrebbe debiti e altre tasse. Alla faccia di Renzi e Zingaretti”.
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