Conte sfida Renzi: il piano del premier per evitare la caduta del governo
Il consiglio dei ministri di ieri sulla prescrizione, con la rumorosissima assenza delle ministre di Italia Viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, ha certificato una volta per tutte il gelo tra il premier Giuseppe Conte e Matteo Renzi.
Tra il capo dell’esecutivo e il leader di Italia Viva sono volate parole grosse. Conte ha parlato di “opposizione aggressiva e maleducata” da parte di un partito che non sta però all’opposizione. Mentre Renzi, che si è sempre detto contrario alla riforma, ha minacciato addirittura la caduta del governo: “Se noi siamo opposizione, voi non avete la maggioranza. Se vuoi cambiare maggioranza fallo, ti daremo una mano”.
I retroscena dei giornali in edicola stamattina si concentrano proprio sul possibile crollo dell’esecutivo, inciampato sulla prescrizione e sulla riforma del processo penale. Ma secondo Repubblica, il presidente del Consiglio ha un piano per raggiungere un duplice obiettivo: evitare un ritorno alle urne che favorirebbe senza dubbio l’avvento di Matteo Salvini e allo stesso tempo “sostituire” il ribelle Renzi all’interno della maggioranza di governo.
Per riuscirci, però, Conte dovrà assumersi tanti, tantissimi rischi. Il premier infatti ha intenzione di non rassegnare assolutamente le dimissioni, ma allo stesso tempo di presentarsi davanti alle camere per verificare la fiducia del governo anche senza l’appoggio dei deputati e senatori di Italia Viva. Perché l’esecutivo incassi nuovamente la fiducia, però, è necessario un appoggio esterno. Ed è qui che c’è il maggior rischio nel piano di Conte: l'”avvocato del popolo” pensa di riuscire a incassare il sostegno di una serie di parlamentari moderati, che entrerebbero in maggioranza sostituendo i renziani.
Ma chi sarebbero questi parlamentari che darebbero volentieri il loro appoggio al governo Pd-M5S, provocando scossoni interni al loro partito di appartenenza? I più papabili sono i moderati di Forza Italia, delusi da un’opposizione che finora li ha portati a perdere nettamente terreno a vantaggio di Lega e Fratelli d’Italia e a perdere peso nella coalizione di centrodestra nonostante la leadership di Silvio Berlusconi. Il bisogno di appoggi esterni esiste soprattutto al Senato (dove servono circa 15 senatori), mentre alla Camera la maggioranza c’è anche senza i deputati renziani.