“Ora la Rai non è più plurale, la scelta di Conte di ritirare le partecipazioni del M5S è stata ragionata insieme ai membri della Commissione vigilanza. Il testa a testa con Licheri? È solo gossip politico. Per la finanziaria resteremo compatti”. A parlare a TPI è Maria Domenica Castellone, neo capogruppo del Movimento Cinque Stelle al Senato. Campana, medico, ricercatrice del Cnr in campo oncologico, già vicepresidente del gruppo M5S, da sempre vicina a Luigi Di Maio.
Lei rispetterà lo stop imposto da Conte per la partecipazione ai programmi in Rai?
“Sì, la rispetterò perché – checché se ne dica – questa è stata una linea condivisa con tutti i membri della Commissione bicamerale di vigilanza Rai e non solo un’idea del presidente. La decisione è venuta dopo tutte le difficoltà che ci sono state negli ultimi due anni, non solo in questa fase finale”.
Allora è la Commissione vigilanza Rai che ha dato il via a questo input?
“Sì e per deformazione professionale tendo sempre ad affidarmi agli esperti in un dato tema”.
Quindi se la dovessero invitare come ospite per esempio a ‘In mezz’ora’, rinuncerebbe come ha già fatto Spadafora?
“Sì, esatto”.
Altri suoi colleghi fedeli a Di Maio come lei non l’hanno presa così bene, invece…
“Basta alimentare questa narrazione del Movimento diviso!”.
Non è stata quella di Conte un’ammissione della poca influenza all’interno dei meccanismi Rai? Un autogol?
“No, perché noi abbiamo una proposta di riforma contro la lottizzazione della Rai depositata da tempo. La linea guida è la stessa: fuori la politica dal servizio pubblico. Invece le nomine sono di nuovo esclusivamente politiche”.
Ma le affermazioni piccate dell’ex premier sembrano riferirsi proprio all’esclusione di Giuseppe Carboni, cioè all’esclusione della “quota” Cinque Stelle…
“Carboni era stato scelto per merito, per curriculum. Quello che manca dopo le nuove nomine è la pluralità. La Rai non è più plurale. E poi: Carboni ha portato ottimi dati di ascolti nel mandato come direttore, se non si guarda più neanche a questo nelle scelte in Rai, siamo messi male…”.
E a cosa si guarda allora?
“Di sicuro non esclusivamente all’interesse dei telespettatori. E neanche al bene dell’azienda tout court”.
Se qualche Cinque Stelle non rispetterà la linea data da Conte sulle ospitate, si è già parlato di provvedimenti?
“No, non ancora”.
In questo momento sembra esserci uno scontro tra le varie anime del M5S, Conte riesce ad ascoltarle tutte?
“Il gruppo al Senato, che è quello che vivo io, è molto compatto. Addirittura giovedì 18 novembre, il gruppo ha votato in modo unitario, a differenza del centrodestra per esempio che è andato contro i suoi stessi ministri”.
Parla di Brunetta?
“Sì, quell’emendamento sulla dirigenza sanitaria aveva un parere contrario del ministro Brunetta e i suoi non lo hanno rispettato. Noi, al contrario, siamo stati leali nell’appoggiare il governo”.
Dall’esterno non apparite così “compatti”. Le faccio l’esempio del suo stesso ruolo da capogruppo. Conte aveva proposto Licheri e invece eccola qua…
“Tolto il gossip politico, le spiego come è andata davvero: Conte aveva un rapporto diretto e personale con Ettore Licheri perché avevano condiviso i momenti più difficili della pandemia. Non mi conosceva e non sapeva come avrei potuto gestire questo snodo di passaggio, così delicato per il Movimento. Conte poteva avere delle remore all’inizio. Ma prima di annunciare la mia candidatura l’ho incontrato e gli ho spiegato il mio progetto. Ha chiesto dettagli e indicazioni. Da quel momento non si è più espresso, se ci avete fatto caso”.
Ora è il momento della finanziaria. Come andrà a finire con il relatore di maggioranza?
“Stiamo provando a fare una sintesi tra le varie forze politiche che ci sono, vedremo. La nomina è una prerogativa del presidente di Commissione, ma ci sono presidenti come quelli della Lega che scelgono e basta e altri come i nostri che puntano a una scelta collettiva”.
La collaborazione giallo-rossa anche in questo caso sembra al capolinea. Passerà Vasco Errani voluto dal Pd?
“Vedremo. Questa finanziaria è complicata, non sono solo numeri. C’è in mezzo la riforma del reddito di cittadinanza, la riforma dell’università e una parte importante ordinamentale”.
E invece cosa ne pensa dell’ex 5S Sara Cunial, che entra a Montecitorio senza Green pass?
“Si tratta di una ex Cinque Stelle. Secondo me, noi politici dovremmo essere i primi a dare il buon esempio rispetto alle norme e alla salute. Tra l’altro non solo fa una cosa assurda, ma senza vaccino mette a rischio anche tutti quelli che le sono attorno”.