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    Conte a Bruxelles per sbloccare l’impasse sul Recovery: se l’accordo slitta il Mes è più probabile

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 2 Ott. 2020 alle 16:17 Aggiornato il 2 Ott. 2020 alle 16:22

    Conte al Consiglio Europeo cerca di accelerare sul Recovery Fund

    Il premier Conte è volato a Bruxelles per prendere parte al Consiglio Europeo: ufficialmente i temi discussi riguardano la politica estera, il mercato unico, l’industria e il digitale, ma è ovvio che, quantomeno nei bilaterali, non può non essere affrontato l’argomento Recovery Fund. “Non sono preoccupato, ne parleremo anche a Bruxelles credo. Dopo quello che è stato fatto non è possibile non procedere speditamente” ha dichiarato Conte alla vigilia del Consiglio. Il pacchetto di aiuti Ue del valore complessivo di 750 miliardi (leggi qui cosa prevede) è in una fase di stallo a causa dei veti incrociati dei Paesi frugali da una parte e Ungheria e Polonia.

    Ungheria e Polonia, infatti, hanno posto il veto alla proposta di legare la concessione degli aiuti al rispetto dello Stato di diritto. La cancelliera Angela Merkel ha cercato una mediazione, formalmente appoggiata dall’Italia, proponendo di vietare gli aiuti economici solo a chi commetterà “violazioni” dello Stato di diritto. La proposta tedesca è passata a maggioranza nella Coreper, la conferenza degli ambasciatori Ue, ma ha visto il voto contrario di Olanda, Finlandia, Danimarca, Svezia e Austria, i cosiddetti Paesi frugali, e di Belgio e Lussemburgo, i quali chiedono che il rispetto dello Stato di diritto sia irrinunciabile per accedere ai fondi del Recovery Fund.

    Un ostacolo non da poco, che quasi certamente farà slittare l’approvazione definitiva del Recovery Fund. Secondo il calendario, infatti, i governi e il Parlamento Ue avrebbero dovuto concludere i loro negoziati entro il 15 ottobre, giorno in cui è previsto il Consiglio Ue, per dare poi la possibilità ai singoli Stati di ratificare l’intesa entro la fine dell’anno con le prime liquidità in arrivo entro la primavera. Il premier olandese Mark Rutte (qui il suo profilo), però, ha già dichiarato che se non condividerà il risultato delle mediazioni, il parlamento olandese potrebbe non ratificare l’accordo su Digital tax, carbon tax e tasse sulle transazioni finanziarie.

    “L’Italia non consentirà che ci siano ritardi” ha dichiarato Conte a Bruxelles. Secondo il premier “si deve lavorare per attuare in tempi rapidi il programma, ma gli interventi attuativi non possono mettere in discussione l’impegno politico solennemente assunto a luglio”. Motivo per cui il presidente del Consiglio proverà in tutti i modi ad accelerare sull’approvazione del Recovery Fund puntando soprattutto sulla capacità di mediazione della cancelliera tedesca Angela Merkel, determinata più che mai a chiudere l’accordo sul Next Generation Eu.

    Anche perché se la Merkel dovesse fallire, l’Italia avrebbe un problema non di poco conto da risolvere. In un’audizione alle commissioni Bilancio e Politiche Ue del Senato, infatti, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha dichiarato che nelle prossima legge di Bilancio, l’esecutivo inizierà a utilizzare i 209 miliardi destinati all’Italia dal Recovery Fund. Per la precisione, Gualtieri ha specificato che verranno utilizzati “quindici miliardi di grants”, ovvero 15 degli 82 miliardi a fondo perduto destinati al nostro Paese, i quali non andranno a incidere sul debito pubblico italiano. Questo significa che se l’approvazione definitiva del Recovery Fund dovesse slittare, il governo si ritroverebbe senza 15 miliardi nella manovra economica, ma sopratutto senza quella leva che, secondo i calcoli del dicastero dell’Economia, dovrebbe far crescere il Pil italiano dello 0,2/0,5%.

    A quel punto, l’esecutivo non avrebbe altra scelta che attivare il Mes (cos’è e come funziona) con tutte le conseguenze che questo potrebbe avere sulla tenuta dell’esecutivo. Al momento, infatti, la maggioranza è divisa sul Fondo salva-Stati con il Pd che vorrebbe usufruirne e il Movimento 5 Stelle che si è sempre detto contrario. Per attivarlo, il governo dovrebbe comunque sottoporre la richiesta al Parlamento italiano, che la deve approvare. Se anche l’esecutivo passasse indenne il voto parlamentare, magari con l’aiuto dei voti di Forza Italia, il governo si ritroverebbe comunque dilaniato al suo interno. Ecco perché l’approvazione definitiva del Recovery Fund è di vitale importanza per il premier Conte e l’intero esecutivo.

    Leggi anche: 1. I Paesi frugali tornano alla carica: il Recovery Fund è più lontano / 2. Recovery Fund, Conte si affida a Merkel per mediare con Orban. Mes rinviato a dicembre / 3. I soldi del Recovery Fund rischiano di arrivare tra un anno, per questo all’Italia serve subito il Mes senza condizionalità / 4. Recovery Fund, le linee guida del Governo: raddoppio Pil, calo delle tasse, scuola. Cosa prevedono

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