Il leader in pectore del M5S, Giuseppe Conte non è stato ancora incoronato ufficialmente. Ma è già partito il toto-nomi per le “poltrone” che contano nell’alveare grillino. L’ex Presidente del Consiglio verrà eletto capo politico del Movimento oggi dagli iscritti sulla piattaforma SkyVote. Dopo questo però, ci sarà la nomina dei vice, così come stabilito dal nuovo Statuto.
Conte, comunque, non sarà il solo a dover scegliere dei nomi da piazzare in posti strategici. Anche Beppe Grillo, col quale c’era stato un durissimo scontro a causa di una possibile diarchia, dovrà muovere le sue pedine. E così ci sarà una spartizione degna delle migliori pratiche dell’ormai antica prima Repubblica.
Grillo, fondatore e garante del M5s, dovrà nominare i membri del comitato di garanzia. La scelta con tutta probabilità cadrà su Luigi Di Maio e Roberto Fico, gente della vecchia guardia, gente che deve tutto all’Elevato e che difficilmente tradirà. Tra i prescelti di Conte, invece, ci potrebbe essere Vito Crimi per la vicinanza dimostrata negli ultimi mesi. Ma sembrano essere quasi certi anche i nomi di Chiara Appendino, sindaca uscente di Torino; Paola Taverna, vicepresidente del Senato; l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina; l’ex sottosegretario a Palazzo Chigi Maurizio Turco e il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli. Tutti fedelissimi dell’ex Presidente del Consiglio.
Ma la vera notizia, più che l’ennesima spartizione dei posti in salsa partitica (così fan tutti), è l’assordante silenzio di Beppe Grillo in tutti questi giorni, soprattutto dopo la ratifica del nuovo statuto voluto da Giuseppe Conte da parte degli iscritti al Movimento 5 Stelle. Segno che non tutto fila liscio in casa grillina e che la ‘pax’ finora siglata tra i due, Conte e Grillo, è solamente una “pace armata”.
“Non ha detto una parola né per invitare gli iscritti a votare per lo statuto né per congratularsi con il leader in pectore per il risultato raggiunto”, spiega un big pentastellato. Un vero e proprio “silenzio assordante”.
Ma le polemiche all’interno del movimento non finiscono qui. C’è chi fa notare che Conte ha raggiunto il quorum nel voto sul suo Statuto solamente “grazie” ai no dei contrari. Se infatti chi ha votato No (7.702 iscritti) avesse disertato le urne anziché votare, la votazione sullo statuto non avrebbe raggiunto il quorum (posto a 57 mila votanti, mentre i voti totali sono stati meno di 61 mila). E la cosa non avrebbe certamente lasciato indifferente nemmeno l’Elevato.
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