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    La Consulta respinge il ricorso di Sgarbi contro i Dpcm di Conte: “Non è mancato il confronto in Parlamento”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 14 Apr. 2021 alle 15:45 Aggiornato il 14 Apr. 2021 alle 15:47

    La Consulta respinge il ricorso di Sgarbi contro i Dpcm di Conte: “Non è mancato il confronto in Parlamento”

    La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili i conflitti di attribuzione tra poteri in relazione a numerosi atti, decreti legge, dpcm, decreti e ordinanze ministeriali, adottati per fronteggiare l’emergenza Covid dall’inizio della pandemia allo scorso autunno, a quando risale il deposito dei ricorsi. Lo riporta Askanews. La questione era stata sollevata dai deputati Vittorio Sgarbi e Sara Cunial. Lo storico dell’arte a novembre scorso, per mano dell’avvocato Alessandro Fusillo, aveva presentato ricorso contro Palazzo Chigi, accusato di aver espropriato il Parlamento delle sue funzioni nell’emanazione dei dpcm di contrasto all’emergenza sanitaria, e chiamato la consulta a esprimersi.

    La decisione dei giudici è arrivata con due ordinanze depositate ieri, martedì 13 aprile. Secondo la Consulta “dalla medesima narrativa del ricorso emerge come non sia mancato il confronto parlamentare e come i deputati abbiano avuto la possibilità di esercitare le proprie funzioni costituzionali, nel corso dei ‘passaggi parlamentari’ principalmente in sede di conversione in legge dei decreti-legge indicati in ricorso”.  “La lamentata distorsione degli istituti previsti dagli articoli 76 e 77 della Costituzione, conseguente all’asserita ‘espropriazione’ della funzione legislativa nei termini prospettati in ricorso, – scrivono i giudici – sarebbe semmai idonea a menomare, in ipotesi, le attribuzioni dell’intera Camera cui appartiene il deputato ricorrente, posto che la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”.

    E “quando il soggetto titolare della sfera di attribuzioni costituzionali che si assumono violate è la Camera di appartenenza, e quest’ultima, e non il singolo parlamentare, legittimata a valutare l’opportunità di reagire avverso le supposte violazioni”. “Non è sufficiente affermare che anche ogni singolo parlamentare sarebbe stato ‘totalmente espropriato’ delle sue prerogative, in quanto non è ipotizzabile alcuna concorrenza tra la legittimazione attiva del singolo parlamentare e quella della Camera di appartenenza”.

    “Noi del Movimento libertario da mesi ci stavamo chiedendo com’è possibile che nessun parlamentare solleva il conflitto di attribuzione? Poi abbiamo conosciuto il deputato VittorioSgarbi e gli abbiamo proposto di presentare questo procedimento di conflitto di attribuzione. Cosa diciamo in estrema sintesi? Che il Parlamento è stato espropriato delle sue funzioni. In un Paese democratico le leggi vengono fatte dal Parlamento. Tutte le fondamenta di un Paese democratico sono state messe in discussione, non da una legge (e già ci sarebbero dei problemi), ma da un decreto del Presidente del Consiglio. Quindi noi siamo al di fuori della legalità costituzionale, in cui il Governo ha delegato il suo Presidente del Consiglio ad adottare delle norme che incidono in modo drammatico e terribilmente invasivo sui nostri diritti fondamentali” aveva dichiarato a novembre a Radio Radio il legale di Sgarbi. 

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