Claudiu Stanasel, il leghista romeno diventato consigliere a Prato
Ha 25 anni, è romeno ed è stato eletto consigliere comunale a Prato lo scorso giugno. Fin qui niente di strano, se non fosse che il partito politico con cui il giovanissimo Claudiu Stanasel si è presentato è la Lega. La Lega di Matteo Salvini, quella del “prima gli italiani”.
TPI ha intervistato il giovane leghista che ha spiegato di sentirsi tutt’altro che a disagio con uno degli slogan più in voga tra le fila della Lega. D’altronde ogni amministratore, ogni politico dovrebbe battersi prima per i propri connazionali, secondo Stanasel, che si riconosce bene nella linea politica del partito. Nessuna contraddizione, quindi.
Nella Lega entra il primo dicembre del 2018, ma la passione politica nasce alle superiori, dove lo studente Claudiu viene eletto rappresentante di istituto. E anche lì: Claudiu è il primo studente straniero ad essere eletto nell’istituto con quella carica. Il successo e soprattutto l’impegno che mette nella sua attività giovanile vuole riproporla fuori dai cancelli della scuola.
E ce la fa, Claudio Stanasel, che, supportato da un vero e proprio staff, si avvicina prima a Forza Italia – con cui si candida a Prato poco più che ventenne e guadagna oltre duecento voti, ma senza entrare in consiglio comunale – per approdare poi alla Lega. Quella di Matteo Salvini, quella nuova, come dice lui: “Ho visto questo nuovo partito della Lega, che si differenzia molto dalla Lega Nord, che aveva connotazioni diverse”.
“Vengo da una famiglia che ha come valori, ideali e tradizioni quelle più vicine alla destra. Il livello della politica – parlo di tutti i partiti – si è un po’ abbassato. Mi fa piacere, invece, che la Lega sia ritornata a portare avanti valori e ideali, che è il motivo per cui mi sono avvicinato a questo partito”, dice convinto il 25enne.
Accento marcatamente toscano e voce calma ma entusiasta, Claudiu Stanasel racconta il suo percorso verso il partito di Matteo Salvini. Non ci è voluto molto per riconoscersi nel partito di Matteo Salvini, tanto da abbracciarne ogni aspetto. “Quello che a me piace è il fatto che la Lega abbia dimostrato che si può ancora fare bella politica senza mettere davanti l’interesse personale della poltrona. Prima c’è il rispetto dei cittadini”, dice convinto il consigliere romeno leghista di Prato.
Sembra di ascoltare un Salvini in erba: le parole d’ordine sono le stesse, l’entusiasmo pure. E dal leader del partito ha avuto la benedizione, all’indomani delle elezioni: “Mi ha detto ‘Complimenti Claudiu, perché hai dimostrato concretamente quello che la Lega è, un partito che dà un’opportunità a tutte le persone perbene'”. E ancora: “Lavora sodo, perché hai una grandissima responsabilità per dimostrare quello che la Lega è. Fallo a Prato, per poterlo insegnare a tutta Italia”, avrebbe detto ancora Salvini a Stanasel.
Lo slogan “prima gli italiani” non è affatto un problema per Claudiu, che anzi ne condivide pienamente il senso. “Salvini si è sempre dimostrato un leader chiaro sulle proprie posizioni, cosa che Forza Italia non è più da un po’. Moltissime delle posizioni della Lega riflettevano quello in cui credo io. Lo dico in maniera chiara: io ho apprezzato atnto che per la prima volta nel panorama politico italiano sia apparsa una figura come Matteo Salvini che abbia detto una verità scomoda. In Italia ci sono circa cinque milioni di poveri assoluti. Io considero che un politico debba prima mettere al centro e risolvere queste persone. Quindi, in questo contesto, prima gli italiani”.
Torna la retorica salviniana, come pure l’idea di una guerra tra i poveri camuffata. “L’integrazione avviene tramite il rispetto del Paese, di tutto ciò che significa Italia, con tradizioni e religione. Un modo per dimostrare gratitudine e rispetto è contribuire alla crescita del paese. Nel mio caso, penso di farlo: lo faccio dal punto di vista politico grazie all’opportunità che mi ha dato la mia città, sia a livello lavorativo, perché ho una azienda e, nella mia azienda, do lavoro sia a italiani che ad altri lavoratori stranieri, comunitari, non solo rumeni”, spiega il giovane consigliere comunale.
“Qualcuno lo definisce sovranista, come se il modello della Lega di Matteo Salvini porti a una guerra tra poveri, io penso che sia una cosa naturale che dovrebbero fare tutti i paesi, non puoi pretendere di risolvere prima i problemi degli altri, se non hai risolto quelli dei cittadini”, continua con fervore il giovane Stanasel.
Ancora una volta, quindi, nella politica della Lega i bisogni degli uni e degli altri si distinguono per nazionalità. Anche i poveri diventano di serie A e di serie B. “Io ho sempre detto che insieme siamo entrati nella crisi e insieme ne usciremo”, precisa il 25enne leghista. “Detto ciò, va fatta una distinzione per chi si comporta in maniera corretta. La Lega ha dato un segnale forte, sia a livello nazionale che europeo”.
Impossibile non parlare di immigrazione e l’idea di Claudiu Stanasel coincide in tutto e per tutto a quella del partito che lo accoglie, a partire dalla guerra a un’Europa che in materia di immigrazione ha fallito: “Non si può lasciare un paese da solo”, ripete come ripetono i suoi, da sempre.
“Penso che un’Europa vera, che voglia mettere al centro certi valori avrebbe assistito l’Italia, senza che fosse necessario l’intervento del governo Salvinia chiedere quello che è nel diritto dell’Italia. Una cosa che ha fatto Salvini è stato fermare quella che a tutti gli effetti si è dimostrata una tratta degli schiavi. Sappiamo che giri ci sono dietro certe attività, un intervento forte sarebbe quello di sostenere a casa loro – ma non in senso negativo – in Nordafrica”, spiega con pazienza Stanasel.
Una distinzione importante va fatta tra chi scappa dalla guerra e chi dalla fame, continua il 25enne, ripetendo un discorso ampiamente condiviso dai suoi.
Nel 1994 la famiglia Stanasel arrivava in Italia. “La Romania non poteva offrire le possibilità dell’Italia”, spiega lui. Motivazioni economiche, quindi. “Ma sia chiaro: l’abbiamo fatto rispettando la legge, con un percorso di lavoro regolare e poi contribuendo mano a mano con quello che abbiamo portato col fine di migliorare questo paese. Io sono a favore di quelle persone che arrivano in Italia seguendo la legge, non sono d’accordo che si generalizzi sul fatto che chi scappa dal Sudafrica scappi dalle guerre”.
La storia della famiglia di Stanasel è quella di tante altre che dai paesi dell’Est dell’Europa, subito dopo il crollo del regime comunista, hanno scelto di arrivare in Italia. L’orizzonte economico migliore spingeva quei migranti a lasciare la loro terra per arrivare qui. Chi scappa dalla fame nel Nordafrica, però, va aiutato a casa sua, per Stanasel. “Se avessimo avuto la possibilità anche noi saremmo rimasti in Romania”, spiega bene. Se avessero la possibilità, anche i migranti economici che oggi lasciano i loro paesi per raggiungere le coste europee rimarrebbero nei loro paesi d’origine.
Si mette nei panni dei giovani che scappano da quei paesi e capisce la difficoltà di fare quel percorso, ma non capisce “la tratta che viene fatta sulla pelle di queste persone” e per questo ringrazia “l’arrivo di Matteo Salvini perché è stato il primo ed unico ad aver fatto qualcosa contro questa tratta”.
La politica dei porti chiusi per Stanasel è stata la strada giusta per farsi sentire in Europa. Ad avallare la tesi, i numeri degli sbarchi diminuiti, a suo dire, e, soprattutto quello dei morti che nel Mediterraneo sarebbero cessate. Per mesi abbiamo assistito alle immagini violente di migranti con le vite sospese in mare, a qualche miglia dalle coste italiane, per un gioco tutto politico di quelle esistenze si serviva per un piano più ampio.
“Non mi è piaciuto il comportamento di quelle Ong che avrebbero potuto portare i migranti in un altro paese e hanno approfittato di una situazione politica, scaricando la colpa sul governo italiano”, ribatte Stanasel. “Per quanto riguarda quello che ha fatto Salvini, penso che ci abbia pensato tanto: avremmo tutti voluto risolvere alla foce il problema, lì, nel Nordafrica. L’Europa non ha ascoltato l’Italia”, con la complicità dei governi precedenti (Renzi e Gentiloni) che hanno lasciato “la patata bollente al governo che poi si è insediato, che ha dovuto prendere una decisione forte per il bene di tutti i cittadini italiani”.
È un tema a lui caro, quello dell’immigrazione, che il giovane leghista romeno eletto consigliere a Prato segue con un certo interesse. Dati alla mano, dice lui, “abbiamo dimostrato che abbiamo diminuito le morti in mare, diminuendo gli sbarchi e penso che questo sia un dato gratificante”.
Dati alla mano, in realtà, gli sbarchi non si sono mai fermati nei 14 mesi in cui Matteo Salvini sedeva al Viminale. L’ex ministro dell’Interno ha fatto della battaglia contro le Ong pura propaganda e la volontà per risolvere il nodo dei flussi migratori si è fermata allo slogan finto dei porti chiusi. Che chiusi non sono stati mai. Gli sbarchi “invisibili”, quelli che nessuno vedeva sono continuati nel silenzio generale, mentre il ministro dell’Interno se la prendeva con le Ong.
Per Stanasel, però, quello di Salvini è stato solo l’inizio di un percorso, di un progetto che si muoveva su due fronti: blocco delle navi da una parte e dall’altra un segnale forte all’Europa, per “farsi rispettare e riuscire tramite questo modo di fare a cambiare il pensiero dell’Unione europea. Ho apprezzato da persona, oltre che da politico, il lavoro che ha fatto in tal senso Matteo Salvini”.
Quello che tiene a ribadire a più riprese Stanasel è che la Lega di Matteo Salvini non è un partito razzista. E, anzi, sono sempre più gli stranieri che vivono in Italia che si avvicinano al Carroccio.
“Ho scoperto che ci sono tantissimi cittadini stranieri sostenitori della Lega ed eletti nei consigli comunali proprio per la Lega. Il fatto che un ragazzo come me che a 24 anni è stato votato da 442 persone, risultando il più votato del partito, è un segnale serio, diretto e concreto che la Lega non è assolutamente un partito razzista. Anzi, è un partito che dà a chi è meritevole l’opportunità di ricoprire ruoli istituzionali”, spiega il giovane consigliere romeno leghista di Prato.
Ma Prato non è certo lo specchio dell’Italia intera. Da decenni la città è considerata laboratorio multietnico e mosaico culturale per la presenza massiccia di stranieri. Sono oltre 120 le etnie che coabitano sul territorio pratese e nel consiglio comunale, oltre a Stanasel, ci sono anche altri due stranieri, due cinesi. Quello di Stanasel resta un risultato straordinario, quindi, più per il fatto che le preferenze guadagnate siano con la casacca della Lega, che per il fatto che sia straniero.
Ad eleggere il giovane consigliere romeno di Prato sono stati tanti italiani, ma anche tanti suoi concittadini romeni. In provincia si contano in tutto 9mila romeni, solo a Prato 4.500. La comunità copiosa ha sostenuto Stanasel. Sarà il vicepresidente del Consiglio comunale di tutti, dice, ma “come potrei non avere un occhio di riguardo alla mia comunità? Voglio averlo, però, in funzione di tutta la città”.
Punta tutto sull’integrazione, Stanasel: “Voglio dimostrare che la comunità romena può portare beneficio a tutti. Cercherò di farlo portando la mia esperienza in materia internazionale con la Romania e la mia esperienza in materia di impresa nelle aziende pratesi che hanno dipendenti italiani, albanesi, romeni, cinesi e di altre nazionalità. Penso che questo sia un segnale forte di vera integrazione”.
L’entusiasmo giovane di Claudiu Stanasel si rispecchia bene nel messaggio che rivolge ai suoi coetanei, affinché capiscano il ruolo cruciale della politica e ne diventino i veri protagonisti. “Adesso più che mai abbiamo la possibilità di dimostrare che possiamo ricoprire ruoli politici e farlo bene”, dice lui, che per una manciata di secondi sembra uscire dalla rigida impostazione del politico di turno della Lega per riconoscere l’efficienza della politica concreta, che parte dal basso.
Nelle parole del giovane consigliere romeno leghista di Prato si legge la difesa strenua di Matteo Salvini, di cui tratteggia un profilo di leader indiscusso. “Ha dato linfa vitale nuova al partito, estendendo valori e battaglie a tutto il paese, facendolo apprezzare anche a livello internazionale. Matteo Salvini è riuscito a cogliere un necessità, un bisogno”. Salvini resta l’orizzonte a cui guardare.
Stanasel ci crede davvero e demolisce – a suo modo – l’idea della contraddizione vivente di uno straniero nel partito del “prima gli italiani”.
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