“Mi scuso perché la conferenza stampa di fine anno è stata rinviata per due volte per ragioni di salute, mi spiace che anche questo abbia creato fraintendimenti, ma come vedete non mi sottraggo alle domande”. Così la premier Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa di fine anno alla Camera. Il 2024 “sarà un anno molto complesso per tutti, un anno che vede molte scadenze importanti, penso alla presidenza italiana del G7, per la quale siamo tutti molto impegnati”, ha detto Meloni, aggiungendo che dalla stampa “non mi aspetto sconti”.
“Pozzolo dispone di un porto d’armi per difesa personale, non so perché. Girava con un’arma a Capodanno, ma la questione è un’altra: chiunque detenga un’arma ha il dovere legale e morale di custodirla con responsabilità e serietà. Per questo c’è un problema. Pozzolo non è stato responsabile, perciò ho chiesto che venga deferito alla commissione garanzia e probiviri di Fratelli d’Italia e che venga sospeso dal partito. Sul tema della classe dirigente, per carità c’è sempre qualcuno che fa errori e cose sbagliate, ma continuo a non seguirvi. Sicuramente non sono disposta a fare questa vita se le persone che stanno intorno a me non capiscono che responsabilità hanno”. Così Giorgia Meloni rispondendo alla domanda di Fanpage.it sul caso Pozzolo.
“Sul caso Verdini bisogna aspettare la magistratura. Le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in causa e perciò non ritengo che debba riferire in Aula. Tommaso Verdini aveva la tessera del Pd, ma nessuno si è sognato di dire che il partito c’entrava qualcosa”. Così Giorgia Meloni in conferenza stampa.
“So che ci si aspettava di più e sono pronta a prendermi le mie responsabilità su questo tema, non sono soddisfatta dei dati sugli sbarchi – dice Giorgia Meloni parlando di migranti – ma sto lavorando per risolvere il problema sul lungo periodo”.
Un candidatura alle europee “non sarebbe una presa in giro dei cittadini, come dice qualcuno, i cittadini lo sanno che non andrai in Europa, ma è un modo per dare un giudizio”, ha dichiarato Meloni, “la mia candidatura potrebbe portare altri leader a fare la mia scelta, nell’opposizione, e anche questo sarebbe interessante. Ma devo capire se una mia candidatura personale toglierebbe tempo al mio lavoro di presidente del consiglio e penso che sia una decisione da prendere con gli altri leader della maggioranza”.
“L’Italia ha gli stessi diritti degli altri Paesi”, nessuno “ce la farà pagare e francamente nessuno in Europa lo dice”, è la risposta di Meloni a una domanda sul no dell’Italia alla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità. “Il Mes è strumento che esiste da tempo e che è obsoleto, nella reazione dei mercati dopo la mancata ratifica” da parte del Parlamento “si legge un consapevolezza di questo. Quindi se vogliamo guardare al bicchiere mezzo pieno forse” la mancata ratifica “può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace e secondo me questa è la strada su cui lavorare perché il Mes ha delle problematicità”.
“Sarebbe stato molto difficile per me impormi sul Parlamento in nome di un superiore interesse, quello che ho fatto è stato rimettermi all’Aula, il governo si è rimesso all’Aula ed é stato bocciato” il Mes “perché non c’è mai stata una maggioranza in Parlamento per ratificare un trattato che è stato ratificato da governo Conte, perché se sapeva che non c’era una maggioranza per il via libera? Il Movimento 5 stelle ha sempre dichiarato di essere stato contrario infatti ha votato contro. Io penso sia stato un errore dire sì” al Mes in Europa “sapendo che non c’era una maggioranza in Parlamento”, ha proseguito.
“L’emendamento Costa si aggancia a una normativa europea, riporta in buona sostanza l’articolo 114 del Codice di procedura penale al suo perimetro originale. Voi sapete che dalla riforma Orlando venne fatta un’eccezione consentendo la pubblicazione in toto o in parte di questo atto relativo alla carcerazione. L’emendamento non toglie il diritto del giornalista a informare, il giornalista può conoscere gli atti e riportarli ai cittadini. Si può infatti riferire chi è l’arrestato. Non vedo bavagli a meno che non si dica che c’è stato il bavaglio fino al 2017. A me pare una inziativa di equilibrio tra il diritto di informare e il diritto del cittadino, prima della condanna, a non ritrovare sui giornali particolari infamanti”, ha detto Meloni.