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    Olimpia Troili: “Roma ha bisogno di giovani preparati e competenti che si mettano al servizio della città”

    "È ora di dedicarsi anima e corpo a Roma per salvarla": a dichiararlo, in un'intervista a TPI, è Olimpia Troili, candidata del Pd alle elezioni comunali della Capitale, che si terranno il prossimo ottobre

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 30 Ago. 2021 alle 09:36 Aggiornato il 30 Ago. 2021 alle 09:58

    “Occorre mettere le migliori competenze a servizio di Roma”: Olimpia Troili motiva, così, la sua decisione di candidarsi nella lista del Partito Democratico alle elezioni amministrative della Capitale, che si terranno il prossimo ottobre.

    Classe 1987, Olimpia Troili, già candidata con il Partito Democratico alle elezioni europee del 2019 nel collegio Italia centro ed ex atleta delle Fiamme Gialle, è laureata in Filosofia e in Sviluppo e Cooperazione Internazionale e ha svolto un dottorato di ricerca in Storia dell’Europa presso il più grande ateneo pubblico di Roma.

    In un’intervista a TPI, l’aspirante consigliera comunale del PD, il cui candidato sindaco è Roberto Gualtieri, spiega perché ha deciso di mettere la sua esperienza e la sua passione politica al servizio di una città “splendida” ma “molto trascurata” spiegando quali sono le sue idee e i suoi progetti per far sì che Roma torni ad essere “una capitale internazionale ed europea.”

    Olimpia Troili, lei nel 2019 si è candidata con il Pd alle elezioni europee. Perché ora ha deciso di candidarsi alle comunali di Roma?
    Prima di manifestare la disponibilità a candidarmi sono andata in giro per la città nei diversi quartieri, da Primavalle a Tor Pignattara passando per Casal Bertone e Centocelle fino a Torre Angela, Torre Maura, Prima Porta e il Trullo, tra gli altri, cercando di comprendere le condizioni reali di vita delle persone, il disagio di chi vive più lontano dal centro e nelle zone meno servite.

    Luoghi in cui spesso mancano i servizi primari, le fogne, l’illuminazione, delle reti idriche adeguate. Vi sono dei veri e propri coni d’ombra che fanno parte della nostra città interamente abbandonati dall’amministrazione pubblica che però nascondono enormi potenzialità inespresse che possono convertirsi in storie di speranza e di riscatto se saremo in grado di portare in quei luoghi non soltanto servizi ma anche opportunità.

    Inoltre ho parlato con tante categorie, dai pendolari, agli artigiani e i commercianti, i ristoratori, i giostrai, i gestori di sale da cinema e teatri, i tassisti e i noleggiatori di servizi con conducente cogliendo il loro disagio in uno dei periodi più difficili di sempre e il loro senso di frustrazione e di solitudine di fronte a uno Stato che – nonostante gli sforzi – sembra sordo di fronte alle loro grida di allarme. Queste persone mantenendo aperto un negozio o un’attività compiono un enorme sforzo mantenendo una luce accesa o un servizio nei luoghi più disparati della città, garantendo sicurezza e generando economia per tutti.

    Questa rete deve essere presa maggiormente in considerazione dall’amministrazione cittadina. I loro interessi non sono interessi privati qualsiasi ma riguardano la nostra comunità. Continuerò a stargli vicino anche dopo le elezioni affinché non siano lasciati soli. Soltanto dopo aver ascoltato queste realtà ho deciso che valeva la pena impegnarmi per contribuire a risollevare le sorti di questa splendida città, molto trascurata negli ultimi anni. Roma vive una crisi molteplice fatta di difficoltà economiche, degrado, abbandono e incuria.

    Una crisi che comincia ben prima del Covid e che ha a che fare con una mancanza di visione, di un progetto di sviluppo sostenibile e innovativo per la nostra città, con l’incapacità di pensare collettivamente il futuro. Molte cose non funzionano: dal sistema di raccolta e di trattamento dei rifiuti, da superare rendendo la nostra economia più circolare, a quello dei trasporti che non è assolutamente adeguato agli standard delle altre grandi città europee.

    È soprattutto la consapevolezza e Roma con la sua vocazione universale non può vedersi ridotta in questo modo. Penso che il mio impegno politico e la mia esperienza nelle politiche europee possano essere utili alla città.

    Perché, a suo avviso, il candidato sindaco del Pd, Roberto Gualtieri, può essere la persona giusta per guidare Roma?
    Roma non si risolleva con gli annunci, gli slogan o le semplificazioni teoriche ma con un grande lavoro di squadra che deve essere guidata da un Sindaco che si dedichi anima e corpo alla città attraverso un impegno costante sul campo. Roberto Gualtieri, è il più preparato tra i candidati, è un politico navigato e serio che si è messo a disposizione della città con un progetto inclusivo e di valore per la città costruendo intorno a se un fronte ampio ed esteso.

    Roberto è una persona che studia con dovizia di particolari ogni  dossier ed è anche uno dei più grandi negoziatori che abbiamo avuto con l’Unione europea negli ultimi anni. Ha, inoltre, una grande autorevolezza, che si traduce in una rete di relazioni e di rapporti consolidati in Europa e a livello nazionale, avendo svolto il ruolo di presidente della Commissione per i problemi economici e monetari al Parlamento europeo e poi quello di Ministro dell’Economia e delle Finanze.

    Io penso che un Sindaco con queste caratteristiche possa portare un enorme valore aggiunto a Roma che nei prossimi anni deve tornare ad essere una capitale internazionale ed europea.

    Quali sono, secondo lei, le priorità che la prossima amministrazione dovrà affrontare?
    È chiaro che Roma deve ripartire dall’ordinaria amministrazione, casa, scuola e istruzione, pulizia e decoro urbano, diritto alla mobilità e soprattutto lavoro. C’è bisogno, però, di una visione di medio-lungo periodo per la città sui temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale che deve essere tesa a ridurre le disuguaglianze non solo in termini di reddito ma di opportunità.

    In previsione del Giubileo del 2025 Roma si dovrà attrezzare per i milioni di pellegrini che verranno. Un impegno enorme che deve avere ricadute importanti per l’intera città in termini di opere, accessibilità, valorizzazione del patrimonio storico e artistico nonché predisposizione delle strutture per un’adeguata accoglienza tenendo conto anche delle novità rispetto al passato.

    È necessario, poi, riservare una grande attenzione ai processi che si attiveranno nei prossimi anni, i quali, anche grazie al PNRR, ci dovranno portare verso un modello di economia maggiormente sostenibile e resiliente in cui le città saranno chiamate ad essere protagoniste del cambiamento. Se non modificheremo profondamente il volto delle città, financo le nostre abitudini, non riusciremo nell’intento di garantirci un futuro.

    Quali sono le tematiche che le stanno particolarmente a cuore e per le quali si batterà nel corso della campagna elettorale?
    Lavoro, giovani, periferie, sostenibilità ma anche cultura e sport che è il più grande strumento che abbiamo per l’inclusione sociale. Roma, che ha diverse competenze in merito all’impiantistica sportiva, deve promuovere lo sport di base e sostenere le associazioni sportive dilettantistiche nei loro sforzi, deve fare molto di più affinché nuovi luoghi in cui è possibile fare sport siano aperti, fruibili a prezzi accessibili e, laddove ce n’è bisogno, ammodernare le strutture esistenti senza tentennamenti.

    C’è bisogno di più cultura, non solo intesa come valorizzazione dell’immenso patrimonio storico e artistico di Roma ma anche e soprattutto come sostegno alla produzione artistica. Occorrono spazi e luoghi aperti alla contaminazione, adibiti alla produzione artistica e culturale. 

    La politica deve creare le condizioni affinché le espressioni artistiche fioriscano, trovino casa e luoghi da occupare legalmente come accade a Berlino o in altre capitali europee. La povertà culturale determina una povertà umana, che si traduce in mancanza di opportunità, tolleranza e sensibilità politica. Bisogna rieducare la gente a pensare criticamente. Dobbiamo portare la cultura in ogni angolo di Roma.

    Qualora fosse eletta, quali saranno le prime proposte che intende presentare in consiglio comunale?
    Partirei dalla proposta di creare delle banche del riuso, una per ogni quartiere, in cui conferire tanti oggetti e materiali che possono essere ricondizionati e passare a nuova vita generando ricchezza. Inoltre, proporrei di istituire delle officine culturali, spazi polifunzionali aperti alla cittadinanza e all’autogestione, per svolgere attività culturali o artistiche soprattutto nei luoghi in cui l’offerta culturale è limitatissima o del tutto assente.

    Assillerei i miei colleghi sulla necessità di riassegnare immediatamente gli impianti sportivi a chi promuove lo sport di base a vocazione sociale affinché ovunque si possa praticare sport in sicurezza e a prezzi accessibili. Proporrei di potenziare il dipartimento progetti di sviluppo e finanziamenti europei del Comune di Roma affinché si colgano le opportunità che l’Europa ci mette a disposizione e si realizzino progetti importanti tra cui interventi per prevenire il dissesto idrogeologico, di bonifica delle aree inquinate e di rigenerazione delle aree dismesse a vocazione industriale.

    Inoltre, proporrei di ritornare al modello di edilizia partecipata per le periferie. Ricorderei al consiglio, alla giunta e al Sindaco che ovunque a Roma vanno garantiti i servizi primari, come l’acqua pubblica e l’illuminazione ma che ci vuole anche un grande piano di edilizia sociale per permettere di avere una casa a chi non la ha.

    Lavorerei alacremente affinché i giovani abbiano dei luoghi in cui si incontrino domanda e offerta di lavoro meglio collegati da una parte ai nostri atenei e dall’altra al mondo delle imprese. Cercherei di creare grande partecipazione attorno al dibattito sul futuro della nostra città.

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