Che cosa sta succedendo veramente nel centrodestra di lotta (Giorgia Meloni) e di governo (Matteo Salvini e Silvio Berlusconi)? Apparentemente le cose non sembrano andar male, i sondaggi sono lusinghieri un po’ per tutti, sia per chi sostiene sia per chi avversa il governo Draghi.
In realtà però quando si tratta di andare alla sostanza dei problemi le distanze rimangono enormi e le differenze di vedute anche. Ad esempio, non c’è uno straccio di nome condiviso per Roma capitale, una città che in altri tempi e vista la debolezza dei competitor, il centro-destra avrebbe fatto sua senza troppe difficoltà.
Ma ad oggi non c’è un nome condiviso anche se c’è chi, come Giorgia Meloni, ha cominciato a dichiarare che sulle candidature alle prossime elezioni comunali “non ci sono preclusioni su nessuno. Credo che sarebbe giusto vedersi, mettere tutte le proposte sul tavolo e chiudere questa partita per avviare la campa elettorale”.
Insomma, Giorgia Meloni con assoluto buon senso è pronta “a valutare tutte le proposte sul tavolo”. Parole che suonano come un possibile via libera perfino per quel Guido Bertolaso finora osteggiato e sostenuto solamente da Lega e Forza Italia.
In realtà, la vera domanda che il centro-destra si pone è la seguente: che senso ha indicare adesso una candidatura se il centro-sinistra lo farà con le primarie il 20 giugno? Perché scoprire le carte ora? E se poi alla fine decidesse di scendere in campo Nicola Zingaretti per la capitale portando di conseguenza al voto anche la Regione Lazio? Perché è via Cristoforo Colombo il vero punto di caduta delle ambizioni di Fratelli d’Italia.
A quel punto la leader sarebbe pronta a dare luce verde a Salvini e Berlusconi sulla candidatura per la città di Roma a patto però di avere un “diritto di prelazione” sulla scelta del candidato governatore della Regione Lazio. In particolare la leader Fdi punterebbe tutte le sue carte sull’attuale capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, Francesco Lollobrigida.
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