Le ultime elezioni hanno registrato il più alto tasso di astensionismo, con un’affluenza del 63,9 per cento. Una sconfitta per i vincitori, ma anche per chi ha deciso di non votare, rinunciando così a esprimere un diritto costituzionale. Un dato ulteriormente negativo se si pensa che i diciottenni avrebbero avuto la possibilità di votare, per la prima volta nella storia, anche al Senato. Ma proprio nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni, i non votanti sono stati il 40 per cento del totale. In molti si sono domandati il perché di questa scelta, altri hanno l’hanno difesa, definendola un’azione di “protesta”. Eppure, secondo un report pubblicato dall’Istat nel 2019, il 27 per cento dei ragazzi tra i 18 e i 19 anni e circa un quarto di quelli tra i 20 e i 24 non partecipa alla vita politica né in maniera attiva, né in maniera passiva.
Secondo un sondaggio di Youtrend condotto nel corso dell’ultima campagna elettorale, inoltre, l’84 per cento dei giovani aveva dichiarato di non sentirsi coinvolto o rappresentato. E chi invece ha votato, chi ha scelto? Guardando i dati raccolti da Youtrend, se avessero votato solo i giovani tra i 18 e i 34 anni, il primo partito sarebbe stato il M5s, mentre FdI sarebbe arrivato secondo. Secondi i dati raccolti invece da Opinio Italia, FdI sarebbe addirittura arrivato terzo, con il Pd in seconda posizione. Emerge con chiarezza che i giovani vogliono più diritti, uguaglianza e politiche, temi tralasciati dalla coalizione di centrodestra. Come sarebbe andata se tutti i giovani avessero scelto?