“Secondo me a breve dovremmo interrompere, per una questione anche etica, la fornitura di gas dalla Russia. Con l’energia diamo quasi un miliardo di euro al giorno a Mosca, stiamo indirettamente finanziando la guerra”. Lo afferma il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in un’intervista sul quotidiano La Stampa, precisando comunque che, “entro il secondo semestre dell’anno prossimo, potremo cominciare veramente ad avere una quasi totale indipendenza”.
“Prevediamo di arrivare a circa due terzi di quello che ci serve già nelle prossime settimane”, aggiunge. La strategia è quella di sostituire i 29 miliardi di metri cubi di gas russo “con altrettanto gas che però deve essere prodotto da Paesi che si trovano in continenti diversi”. Ma “rispetto a tutti gli altri Paesi europei – prosegue – noi abbiamo il vantaggio di avere cinque gasdotti che ci collegano a nord, a sud e a est. Ovviamente, stiamo potenziando le rotte da sud e da est”.
Cingolani ritiene che l’embargo del gas russo possa costituire un grave problema per l’Italia, ma che non è detto corrisponda ad un disastro economico. “Sarebbe un problema importante, però teniamo conto che stiamo parlando sostanzialmente del 40% del nostro gas in meno, che a sua volta è il 36% di tutta l’energia primaria” ha affermato. “Io credo che anche guardando le analisi macroeconomiche ci possa essere un impatto forte, però su questo c’è ancora un po’ un dibattito, c’è chi dice che sia molto forte e c’è chi dice che sia meno grave di quanto si possa temere” ha continuato il ministro.