Nella notte tra 24 e 25 novembre la polizia ha sgomberato il “Cinema Palazzo” a Roma. Si tratta di uno stabile occupato dal 2011 in piazza dei Sanniti, nel quartiere di San Lorenzo, che ospitava uno storico cinema che avrebbe dovuto chiudere e diventare una sala bingo e che attivisti, collettivi studenteschi e abitanti nel 2011 avevano trasformato in uno spazio autogestito molto frequentato e che con cultura e iniziative era diventato un centro di aggregazione.
Nel 2019 l’immobile era stato inserito dalla prefettura di Roma in una lista di 22 palazzi che dovevano essere sgomberati con urgenza. Così, nello stesso giorno in cui vengono sgomberati gli occupanti neofascisti in via Taranto (nella zona di San Giovanni), la sindaca Virginia Raggi esulta per lo stesso trattamento riservato a chi occupava il Cinema Palazzo a San Lorenzo. Peccato che quest’ultimo sia stato un luogo di campagna elettorale proprio per l’attuale prima cittadina nel 2016.
“Ringrazio la Prefettura e le forze dell’ordine per le operazioni di sgombero di oggi. A Roma le occupazioni abusive non sono tollerate. Torna la legalità”, ha scritto Virginia Raggi su Twitter. Insomma, lo sgombero Cinema Palazzo viene equiparato a quello avvenuto in via Taranto, con lo stabile occupato da Forza Nuova.
Nel 2016 però, in piena campagna elettorale per le scorse comunali, Virginia Raggi si sedeva tra gli occupanti e gli attivisti dei centri sociali e degli spazi culturali di tutta Roma riconoscendone il valore e promettendo di valorizzare la ricchezza di questi luoghi per la città mettendo al primo posto il “dialogo”.
I cinque anni di amministrazione Raggi hanno però contrastato in tutti i modi esperienze di questo genere. E con le elezioni del 2021 alle porte, questa volta la sindaca pentastellata preferisce la via dello sgombero, anche di quel luogo dove precedentemente era andata a chiedere voti.
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