Giorgia Meloni ha incontrato oggi a Pechino il presidente cinese Xi Jinping durante la sua prima visita in Cina da quando è arrivata a Palazzo Chigi, promettendo di “rilanciare” le relazioni con la Repubblica popolare dopo l’abbandono della cosiddetta Nuova Via della Seta.
Prima del colloquio, durato poco più di un’ora e mezza, la presidente del Consiglio ha definito la Cina “un partner economico, commerciale e culturale di grande rilievo” per l’Italia, “un interlocutore molto importante” con cui si può “ragionare insieme di come garantire stabilità, pace e un interscambio libero”, a patto “che rimanga stabile il sistema delle regole nel quale ci muoviamo”.
Roma, ha sottolineato Meloni riferendosi al piano d’azione triennale firmato ieri a margine dell’incontro con il primo ministro Li Qiang, intende “esplorare nuove forme di cooperazione” con la Cina, “lavorando per rapporti commerciali che siano il più possibile equilibrati” non solo tra il Paese asiatico e l’Italia ma anche tra Pechino e l’Unione europea.
L’incontro con Xi Jinping
“Il mondo intorno a noi sta cambiando, il sistema internazionale basato sulle regole è messo in discussione, ci sono nuove tecnologie che impattano e possono avere risultati incredibili sul futuro delle nostre società”, ha detto Meloni in apertura dell’incontro con Xi Jinping. “C’è un’insicurezza crescente a livello internazionale. Penso che la Cina sia inevitabilmente un interlocutore molto importante per affrontare tutte queste dinamiche, partendo dai rispettivi punti di vista per ragionare insieme di come garantire stabilità, pace e un interscambio libero”.
Per raggiungere questo obiettivo però, ha sottolineato la premier, “abbiamo bisogno che rimanga stabile il sistema delle regole nel quale ci muoviamo”. L’obiettivo dell’Italia, secondo Meloni, è “favorire le relazioni economiche, commerciali, culturali e scientifiche, ma anche il dialogo a livello multilaterale in un tempo complesso come quello nel quale viviamo”.
“La Cina è disposta a promuovere la cooperazione con l’Italia nel campo del commercio, degli investimenti, della produzione, della tecnologia e dell’innovazione”, ha detto il presidente cinese, secondo l’emittente locale CCTV. “La Cina auspica che l’Italia possa fornire un ambiente commerciale equo e non discriminatorio alle aziende cinesi”.
“Cina e Italia dovrebbero sostenere e promuovere lo spirito della Via della Seta, vedere e sviluppare relazioni bilaterali da una dimensione storica, altezza strategica e prospettiva a lungo termine, e spingere le loro relazioni ad andare avanti e lontano”, ha aggiunto Xi, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua. “Lo spirito di pace e cooperazione, apertura e inclusività, apprendimento reciproco e reciproco vantaggio della Via della Seta è un tesoro condiviso da Cina e Italia”.
Ma soprattutto, secondo Palazzo Chigi, “i due Leader hanno condiviso il positivo sviluppo delle relazioni fra Italia e Cina nel contesto del ventennale del Partenariato Strategico Globale, ponendo l’accento sull’importanza di una cooperazione equilibrata, mutualmente vantaggiosa e basata sulla reciproca fiducia”. Una cooperazione rilanciata dalla visita di Meloni a Pechino, dove ieri la premier ha incontrato il suo omologo Li Qiang con cui ha firmato il “Piano d’azione per il rafforzamento del Partenariato Strategico Globale Cina-Italia (2024-2027)”.
Gli accordi firmati con il premier Li Qiang
“Il Memorandum di cooperazione industriale che abbiamo firmato è un passo significativo”, ha detto ieri Meloni inaugurando la settima edizione del Business Forum Italia-Cina, alla presenza di oltre 100 aziende e associazioni di categoria di entrambi i Paesi. “Adesso include settori industriali strategici come la mobilità elettrica e le energie rinnovabili, settori in cui la Cina opera già da tempo sulla frontiera tecnologica”. La visita in Cina e la firma del piano d’azione nel solco del partenariato strategico globale del 2004, ha rimarcato ieri Meloni, mostrano “la volontà di iniziare una fase nuova” e “di rilanciare la nostra cooperazione bilaterale”.
Roma e Pechino, ha detto da parte sua il premier cinese, intendono aumentare “la cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra piccole e medie imprese nei settori della cantieristica navale, aerospaziale, delle nuove energie e dell’intelligenza artificiale”. Nell’ambito del piano d’azione triennale infatti, come riporta Palazzo Chigi, “sono state sottoscritte 6 intese, relative alla collaborazione industriale, alla tutela delle indicazioni geografiche, alla sicurezza alimentare, all’ambiente e all’istruzione”.
Ribadendo i “principi condivisi quali l’importanza di assicurare che le relazioni commerciali siano equilibrate e reciprocamente vantaggiose, anche affinché le aziende possano operare a parità di condizioni in uno spirito di concorrenza leale e di libero commercio”, l’accordo sulla collaborazione industriale prevede, ad esempio, “scambi, condivisione di informazioni sulle rispettive politiche, sui regolamenti e sugli standard tecnici adottati nel settore dai due Paesi, conferenze congiunte e il reciproco sostegno alle aziende nazionali”.
Il protocollo in materia di Indicazioni Geografiche invece promuove la cooperazione “nel contrasto alla contraffazione, lo scambio di informazioni e l’organizzazione di conferenze e altre attività formative” utili nel settore. Per quanto riguarda gli accordi nel settore dell’istruzione invece si tratta di delineare “un programma esecutivo” tra la Farnesina e il ministero dell’Istruzione cinese “in tema di formazione ed ampliamento della mobilità accademica”.
Nel campo della sicurezza alimentare invece il memorandum firmato ieri a Pechino prevede lo scambio di informazioni tra il nostro ministero della Salute e la competente amministrazione statale cinese “per migliorare la sicurezza delle filiere alimentari”. In materia di tutela dell’ambiente e di sviluppo sostenibile poi, l’intesa tra il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il corrispettivo cinese punta “a rafforzare la cooperazione bilaterale nei settori del cambiamento climatico, della tutela della biodiversità, dell’inquinamento e della formazione, incrementando le occasioni di dialogo e formazione e le attività congiunte”.
Addio Via della Seta
Insomma, un passo avanti nel ricostruire le relazioni rispetto alla decisione di abbandonare la Belt and Road Initiative (BRI), la cosiddetta Nuova Via della Seta. Nel 2019, ai tempi dell’alleanza giallo-verde tra M5S e Lega, l’Italia fu il primo Paese del G7 ad aderire all’iniziativa cinese, suscitando preoccupazioni negli Stati Uniti e nel resto dell’Unione europea.
Il partito di Giorgia Meloni, tuttavia, era da tempo critico nei confronti della Nuova Via della Seta, che la stessa premier aveva descritto come “un grosso errore”. Pochi mesi dopo essere arrivata al governo infatti, nel 2023, l’esecutivo ha avviato i colloqui con Pechino per ritirarsi dall’accordo.
Malgrado l’abbandono del progetto però, l’Italia resta il quarto partner commerciale della Cina nell’Unione europea e il governo Meloni sembra intenzionato a perseguire una solida relazione economica con Pechino, bilanciando però i rapporti. “Gli investimenti cinesi in Italia sono circa un terzo del livello degli investimenti italiani in Cina”, ha sottolineato ieri la premier durante il Business Forum Italia-Cina. “È un divario che vorrei vedere ridotto in modo equo”.