Chef Rubio sulla manifestazione contro il governo Conte bis: “Perché non c’era la polizia avvelenata?”
“Perché nessuno è stato pestato come l’uva? Perché nessun manifestante è stato perquisito, schedato e/o gonfiato di botte? Semplice: perché non c’erano forze dell’ordine avvelenate o schierate. Evidente la disparità di trattamento in base all’ideologia politica”, è il Tweet con cui Chef Rubio ha criticato la manifestazione contro il governo Conte indetta da Fratelli d’Italia e Lega a Piazza Montecitorio lunedì 9 settembre.
Le sue parole hanno scatenato una dura polemica sui social e la reazione dei sindacati e delle forze dell’ordine.
Tra questi, Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp Polizia di Stato, che ha parlato di “incredibile, irresponsabile, diffamatoria” uscita di chef Rubio.
“Andando al di là di ogni limite della sfrontatezza, accusa donne e uomini in divisa di non aver picchiato i manifestanti presenti ieri a Roma. Con tutti i problemi e le criticità che il Paese si trova ad affrontare, e con esso l’intero sistema sicurezza, quello che veramente risulta di troppo è dover assistere al fastidioso e sconcertante comportamento di chi si mette a sentenziare sulla bontà dell’operato delle Forze dell’ordine, sulla legittimità del loro ruolo, sulla professionalità della loro azione, sulla indiscussa lealtà dei loro appartenenti, oltre tutto senza la pur minima competenza in materia”.
Il segretario dell’Fsp ha poi aggiunto che “un tale atteggiamento non deve passare inosservato, come fosse assolutamente normale poter gettare fango e discredito sugli appartenenti alle Forze dell’ordine”.
E così Chef Rubio ha risposto con un nuovo tweet: “Caro #ValterMazzetti, qui la spiegazione che ho dato agli analfabeti funzionali presenti in rete pe’ faje comprende ‘r senso dell’italiano utilizzato nel mio tweet: il mio non era un invito a manganellare ma una sorpresa che si possano fare dimostrazioni di piazza senza cariche”.
E poi ancora, rivolto a tutti coloro che l’hanno criticato, ha scritto sul social: “Se fai il cuoco, lavori in tv, e non sopporti le disparità di trattamento, se odi le ingiustizie e la violenza, se hai studiato storia e non vuoi che si ripetano certe cose, in Italia non puoi dire la tua. Pensare e dissentire sono cose che fanno perdere cittadinanza e diritti”, ha concluso il cuoco.
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