Caso Zaky, Cirinnà a TPI: “Vogliamo andare fino in fondo, Casellati autorizzi missione senatori in Egitto”
“Abbiamo intenzione di andare fino in fondo su questo caso”. La senatrice Pd Monica Cirinnà ha consegnato insieme ad altri quattro senatori dem una lettera alla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati per chiedere una missione in Egitto sul caso di Patrick Zaky, lo studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato il 7 febbraio al suo rientro in Egitto.
“Zaky si trova in una cella con 35 persone. Le condizioni carcerarie in Egitto sono pessime”, spiega Cirinnà a TPI. “Non può parlare con la famiglia se non per pochi minuti e anche i suoi avvocati sono a rischio, perché purtroppo in un paese che non garantisce i diritti umani il primo diritto violato è quello alla difesa. Il caso Regeni ci ha dimostrato ciò che può accadere”.
La lettera è firmata anche dai senatori Luigi Zanda, Alessandro Alfieri, Roberto Rampi e Franco Mirabelli. I parlamentari chiedono di far visita al giovane egiziano, trattenuto in carcere a Mansura, ma anche di incontrare i suoi familiari e gli avvocati.
“Penso che una missione di senatori che vada in Egitto, parli la famiglia di Zaky, che possa fargli visita e fare il punto con i suoi avvocati serva a rimettere al centro del dibattito politico internazionale anche le iniziative dei parlamenti”, prosegue la senatrice.
Da parte dei parlamentari anche la volontà di incontrare l’ambasciatore italiano in Egitto. “Visto che l’ambasciatore rimane lì e che il suo compito è quello di rappresentare gli interessi dell’Italia, ci sembra giusto incontrarlo per avere notizie su come avanzano, e se avanzano, le indagini sul caso Regeni, e chiedegli di tenere gli occhi aperti sul caso Zaky”.
“Io parlo per me, ovviamente, e per l’iniziativa parlamentare che rappresento. Poi il governo dirà la sua”, aggiunge Cirinnà. “Ma tenere l’attenzione altissima sul caso di Zaky consentirebbe di dire all’Egitto che l’Italia non abbassa il livello d’attenzione e che i diritti umani sono prioritari rispetto a tutte le altre necessità commerciali ed economiche”.
Zaky è accusato di “rovesciamento del regime al potere” e rischia una condanna all’ergastolo. Sabato scorso la richiesta di scarcerazione nei suoi confronti è stata respinta.