Sul caso del libro scritto dal generale Vannacci è intervenuto Giovanni Donzelli, il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, chiedendosi chi ha dato al Pd il diritto di autoproclamarsi censore: “In un mondo libero si scrive ciò che si pensa. Se stabilissimo che compito della politica è decidere la bontà delle idee sarebbe la fine della democrazia”, le sue parole al Corriere della Sera.
Poi, Donzelli ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dal generale Vannacci: “Come militare fino a questa vicenda ha reso un grande servizio alla Nazione”. Ciò non toglie che il ministro della Difesa Crosetto “ha fatto benissimo” ad avviare l’azione disciplinare. “Rappresentando un ministero delicato, ha attivato un meccanismo previsto dalle procedure dell’esercito. In modo che si potesse verificare se ciò che ha fatto corrisponde alle regole militari oppure no. Se qualcuno si ritiene offeso ci sono gli organismi preposti. Chi ha dato al Pd il diritto di autoproclamarsi censore?”, la domanda di Donzelli.
“Non vorrei arrivare al principio che si scrivono idee solo se piacciono al Pd”, ha aggiunto. “Leggo che il Pd e le sinistre dicono di no. Ma cosa vogliono? La lapidazione in piazza? Il rogo dei libri che non condividono? Il gulag delle idee che non corrispondono alle tante correnti con cui litigano? Non voler eliminare il favor familiae non è omofobia, è la Costituzione”.