“Ho detto solo due cose: che non si dovevano giudicare tutte le Forze armate sulla base del pensiero di una persona e che il caso sarebbe stato affrontato secondo le regole dell’ordinamento militare e non sui social. Non ho preso decisioni sulla base di ciò che penso del libro, ma di ciò che devo per rispetto all’istituzione che servo”. Con queste parole il ministro della Difesa Guido Crosetto è tornato sulle polemiche scoppiate dopo il suo intervento sul “caso Vannacci”.
“Il cambiamento di funzioni del generale non l’avrei neppure fatto proprio per evitare che si trasformasse in un martire – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera -. Avrei atteso per vagliare tutte le informazioni, ma le persone che poi hanno agito avrebbero preteso più durezza”.
Poi sul “fuoco amico” che lo ha investito da esponenti del centrodestra: “Non considero amico nessuno di quelli che hanno parlato di me, non capendo che io non parlavo della libertà di opinione di una persona, ma del rispetto delle regole e delle istituzioni”, le parole di Crosetto. “Mi sembra che Donzelli abbia espresso le sue opinioni politiche ma sulla mia decisione mi abbia dato ragione. Così come Salvini si è limitato a dare un giudizio politico su alcune affermazioni del libro di Vannacci senza discutere le mie scelte. Su Alemanno mi limito a dire solo che non mi sono pentito di averlo difeso, a suo tempo, anzi ne vado orgoglioso. Sapevo bene già allora che tipo di persona fosse, ma l’ho difeso lo stesso. Proprio perché io non mi muovo con calcolo politico, ma sulla base di principi. Magari, quando mi svestirò del mio ruolo, dirò anch’io quello che penso e potrò raccontare cose che oggi non posso su alcuni di quelli che hanno speculato in questi giorni”.
Il ministro poi ha ribadito: “Non mi sento particolarmente isolato. Peraltro, anche se lo fossi, sono abituato a fare battaglie abbastanza solitarie: la Wagner, la guerra, l’Africa, la Bce, la Pa, i dossieraggi… Quello che ritengo sia giusto dire o fare lo faccio e lo dico. Non ho bisogno di uno scranno per sopravvivere: ho scelto di rivestire un ruolo politico, rinunciando a molto e non lo faccio per mettere insieme il pranzo con la cena. Anche molti avversari me lo riconoscono”.
Infine un giudizio proprio sul libro di Vannacci ‘Il mondo al contrario’’: “Non è compito mio commentarlo, ma il libro l’ho letto e non è nemmeno innovativo nell’attaccare il pensiero unico e, senza questa pubblicità, non sarebbe un successo. Io, a differenza dei soloni di destra e sinistra, non posso permettermi il lusso intellettuale di chi trincia giudizi sul mondo dalla sua poltrona”.