Caso Palamara intercettazioni Lotti – Il Consiglio Superiore di Magistratura sta tremando in queste ultime settimane e rischia lo scioglimento. L’ultimo problematico nodo è su Luca Lotti, ex sottosegretario dem del governo Renzi ed ex ministro negli anni 2016-2018.
La frase di Luca Lotti, immortalata dalla microspia nel cellulare di Luca Palamara, l’ex presidente dell’Anm, toglie ogni dubbio su come andò la riunione “segreta” tra alcuni membri del Csm durante la quale si pianificò la nomina del futuro procuratore capo di Roma. Una riunione durata 40 minuti, in cui Lotti disse: “Si vira su Viola, sì ragazzi”.
Nelle intercettazioni le sue frasi sulla scelta dei nomi in Procura appaiono numerose volte, ma l’ex ministro nega tutto.
Palesi interferenze
Lotti è indagato dalla Procura di Roma per il caso Consip, la complicata vicenda giudiziaria partita da una sospetta di fuga di notizie e trasformatasi in un’inchiesta sugli ambigui rapporti tra stampa, politica, magistratura e forze dell’ordine.
Ma cosa c’entra esattamente con la bufera sul caso Palamara? Secondo il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, “Lotti si è determinato l’oggettivo risultato che la volontà di un imputato abbia contribuito alla scelta del futuro dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti”.
Su Lotti infatti pende una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Roma. La stessa al centro delle discussioni degli incontri notturni per discutere del futuro procuratore di Roma. Con lui il collega deputato del Pd e magistrato molto influente, Cosimo Ferri, oltre a Palamara. E poi i consiglieri autosospesi del Csm Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli e Antonio Lepre.
L’ex ministro allo Sport dell’area centro sinistra è al momento incastrato dalle dichiarazioni venute fuori dalle intercettazioni.
Stando alle intercettazioni, Lotti programmava il calendario delle votazioni, indicava il nome sul quale puntare per la procura di Roma, la stessa che aveva chiesto il suo rinvio a giudizio, auspicava l’allontanamento del procuratore che aveva arrestato i genitori di Matteo Renzi.
Le frasi su David Ermini
A proposito del vicepresidente del Csm, David Ermini, nelle intercettazioni Lotti dice: “Però qualche messaggio gli va dato forte”. Parole pronunciate durante la famosa riunione del 9 maggio scorso in cui Lotti parlava con Luca Palamara, Cosimo Ferri e consiglieri del Csm della strategia per la nomina del successore di Giuseppe Pignatone.
Le frasi su Creazzo
Ma le intercettazioni con più dettagli riguardano le discussioni contro il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo.
In una delle conversazioni, Lotti chiede all’uditorio: “Poi però a Torino chi ci va?”. Palamara risponde: “Torino secondo me è ormai aperta”. L’ex sottosegretario riflette: “Non so, però per me è un pizzico legata alla difesa d’ufficio che devono fare loro due di una situazione fiorentina che sinceramente ve lo dico con franchezza è imbarazzante…”. Parla anche l’ex consigliere Csm Spina: “Cioè, l’ unico che se ne va… e noi te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile“.
Un altro interlocutore non identificato domanda: “Ma non ha fatto domanda per Torino Creazzo?“. Lotti è molto informato sul punto: “No, no”. “Se lo mandi a Reggio liberi Firenze“, dice Palamara. Lotti non può che essere d’accordo: “Se quello di Reggio va Torino, è evidente che questo posto è libero. E quando lui capisce che non c è più posto per Roma, fa domanda e che se non fa domanda non lo sposta nessuno, ammesso che non ci sia, come voi mi insegnate a norma di regolamento un altro motivo”.
L’altro “motivo” sembra essere l’esposto contro Creazzo. A un certo punto Ferri chiede a Palamara: “Ma secondo te poi Creazzo, una volta che perde Roma, ci vuole andà a Reggio Calabria o no, secondo voi?”. Il pm risposnde: “Gli va messa paura con l’ altra storia, no? Liberi Firenze, no?”.
Le frasi sul procuratore di Roma
Sul futuro procuratore di Roma, l’ex sottosegretario diceva: “Si vira su Viola, ragazzi”. Lotti si riferisce al procuratore generale di Firenze, uno dei tre pretendenti alla successione di Giuseppe Pignatone. Gli altri sono Francesco Lo Voi di Palermo e Giuseppe Creazzo, rispettivamente procuratore capo a Palermo e a Firenze.
La difesa di Lotti
Luca Lotti respinge completamente questa ricostruzione dei fatti e sceglie di difendersi e di farlo su Facebook. “In un incontro che si è svolto in un dopocena ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in libertà, non minacce o costrizioni”, dice l’esponente renziano.
“È stato scritto che lì sarebbero state decise le nomine dei capi di alcune Procure, scelta che in realtà spetta al Csm. Quindi ho commesso reati? Assolutamente no – aggiunge – ho fatto pressioni o minacce? Assolutamente no. La conferma, peraltro, è arrivata anche ieri dalle parole di Morlini, che ho incontrato una sola volta in tutta la mia vita”.
Da varie correnti politiche è stato chiesto uno scioglimento del Csm. Sulla vicenda si fa sentire anche Silvio Berlusconi: “L’attuale Csm – si legge in una nota di Forza Italia – è gravato da ombre troppo serie per poter svolgere la sua funzione con la necessaria autorevolezza e imparzialità. Ci rivolgiamo dunque al capo dello Stato, massimo garante delle regole democratiche, con un rispettoso ma accorato appello affinché proceda al più presto allo scioglimento del Csm”.
Dal Quirinale la risposta è netta: “Mai intervenuti per nomine dei magistrati”.
Intanto, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha indetto elezioni suppletive per il Consiglio superiore della magistratura per sostituire i magistrati che si sono dimessi sull’onda dello scandalo Palamara [qui un riassunto di cosa sta succedendo]. Le elezioni sono fissate per il 6 e 7 ottobre 2019.
Leggi l'articolo originale su TPI.it