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    Caso Ilaria Salis, la Lega accusa: “Assaltò un nostro gazebo nel 2017”. Ma è stata assolta | VIDEO

    La sentenza emessa a dicembre per i fatti di Monza di sette anni fa specifica che la donna partecipò a un corteo ma non agli scontri violenti

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 31 Gen. 2024 alle 19:47 Aggiornato il 31 Gen. 2024 alle 20:45

    Non si fermano le polemiche della Lega sul caso Ilaria Salis dopo le dichiarazioni di questa mattina del vicepremier Matteo Salvini: il Carroccio ha infatti accusato l’insegnante 39enne, in carcere da quasi un anno in Ungheria per l’accusa di aggressione ai danni di due estremisti di destra, di aver partecipato all’assalto di un gazebo del partito nel febbraio 2017 a Monza, ma il legale della donna ha precisato che è stata già assolta per non aver commesso il fatto. Della vicenda esiste un filmato, acquisito agli atti del successivo processo, che siamo in grado di mostrarvi.

    “Il 18 febbraio 2017, a Monza, un gazebo della Lega veniva assaltato da decine di violenti dei centri sociali, e le due ragazze presenti attaccate con insulti e sputi da un nutrito gruppo di facinorosi. Per quei fatti Ilaria Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega”, si legge in una nota del partito di Salvini.

    Ma, intervistato dall’agenzia Ansa, l’avvocato di Ilaria Salis, Eugenio Losco, ha ricordato che “Ilaria è stata assolta per non aver commesso il fatto in relazione all’episodio dell’aggressione al gazebo della Lega nel 2017”. “La signora Salis – ha sottolineato il legale – non è stata affatto individuata dalle due militanti della Lega ma solo individuata come partecipante al corteo che si svolgeva quel giorno a Monza da un video prodotto in atti” (proprio quello che avete visto sopra, ndr).

    Nella sentenza, ha concluso Losco, il magistrato ha specificato che Salis “risulta aver partecipato solo al corteo, senza in alcun modo aver partecipato all’azione delittuosa di altre persone né di aver in qualche modo incoraggiato o supportato altri a farlo”.

    Cosa successe a Monza il 18 febbraio 2017
    Tutto cominciò cinque giorni prima, il 13 febbraio, quando fu annunciata una manifestazione alla Villa Reale di Monza da tenersi sabato 18 per celebrare il Giorno del Ricordo per onorare le vittime delle foibe. All’annuncio reagì l’Anpi che chiese alla Questura di poter effettuare un presidio, concesso poi anche ad altre associazioni con il divieto però di sfilare per le vie della città al fine di impedire contatti tra i gruppi contrapposti.

    I militanti del gruppo Lealtà Azione, organizzatori della commemorazione per le vittime delle foibe, marciarono però fino alla Villa Reale. Anche il centro sociale Boccaccio sfilò per via Italia, una strada pedonale del centro fino al presidio dell’Anpi.

    Su quella via si trovava un gazebo allestito dalla Lega per il tesseramento dei nuovi iscritti che fu distrutto da alcuni facinorosi. Il video dell’assalto, ripreso da una delle due militanti del Carroccio, fu poi rilanciato sui social della Lega: “INTOLLERANTI, VIOLENTI e VIGLIACCHI, aggrediscono a Monza due ragazze sole (un abbraccio!). NOI NON MOLLIAMO!”, scrisse sull’allora Twitter, Matteo Salvini. “Ecco la tolleranza dei kompagni che amano i clandestini e odiano gli italiani: aggredire, spaccare, insultare! VERGOGNATEVI, VIGLIACCHI!!! P.s. Un abbraccio alle due ragazze della Lega di Monza che erano al gazebo del video e uno ai militanti di Noi con Salvini che stamattina a Roma hanno subito un’analoga aggressione. NOI NON MOLLIAMO, ZECCHE!”, aggiunse su Facebook.

    Il filmato è stato acquisito agli atti del processo contro quattro persone, compresa Ilaria Salis, un procedimento conclusosi a dicembre scorso in primo grado con l’assoluzione degli imputati.

    “La mera partecipazione (degli imputati, ndr) al corteo senza partecipazione o istigazione all’azione delittuosa non può costituire un’ipotesi concorsuale neanche morale”, ha scritto nella sentenza la giudice Maria Letizia Borlone, che ha accolto le richieste di assoluzione provenienti sia dalla difesa che dal Pubblico ministero. Secondo il verdetto, Ilaria Salis mise “il braccio dietro la schiena ad un giovane che aveva appena buttato a terra la bandiera leghista, come ad invitarlo a proseguire nel corteo”. Insomma, non solo Salis non sembra aver partecipato alle violenze, avrebbe anche tentato di porvi fine.

    ll processo, in cui la Lega non si è costituita parte civile, si è poi concluso in primo grado, visto che il pm non ha fatto ricorso. Quindi, almeno in sede giudiziaria, la vicenda è finita. Non a livello di polemica politica, evidentemente.

    Gli ultimi sviluppi sul processo a Budapest
    Intanto, per quanto riguarda il caso pendente al Tribunale di Budapest, l’avvocato Eugenio Losco ha annunciato che la difesa sta valutando un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. ”Stiamo valutando di presentare un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per violazione del divieto di ‘trattamenti inumani e degradanti'”, ha detto il legale all’agenzia di stampa Adnkronos.

    Inoltre, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha fatto sapere di aver “avviato un’interlocuzione formale con l’omologa Autorità di garanzia ungherese (Commissario per i diritti fondamentali), riguardo al caso” Salis.

    “Contestualmente, sono stati altresì informati i competenti organi del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea, anche in base al Protocollo opzionale alla Convenzione Onu contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti”, si legge nella nota diramata dal Garante nazionale dei diritti dei detenuti, che ha “parimenti avviato una proficua interlocuzione istituzionale con il Ministero della Giustizia italiano informandolo degli atti compiuti anche in sede europea in qualità di Meccanismo nazionale di prevenzione della tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti”.

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