Caso Gregoretti: la ricostruzione della vicenda per cui Salvini rischia di finire a processo
Oggi, 12 febbraio, il Senato è chiamato a votare sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, segretario della Lega, sul caso Gregoretti.
Il voto è un passaggio necessario per mettere sotto processo il leader della Lega, perché Salvini gode dell’immunità parlamentare e che all’epoca dei fatti contestati era ministro dell’Interno. Per questa ragione, il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto al Senato (ramo del parlamento cui appartiene Salvini) l’autorizzazione a procedere nei confronti del leghista.
Ma per quale motivo il leader leghista rischia di finire a processo? Ecco una ricostruzione del caso Gregoretti-Salvini.
Caso Gregoretti, un riassunto della vicenda
Il caso Gregoretti risale all’estate del 2019, quando Matteo Salvini – all’epoca ministro dell’Interno nel primo governo Conte – impedì per più di tre giorni lo sbarco di 131 persone tratte in salvo nel Mediterraneo centrale dalla nave della Marina militare Gregoretti.
La nave si era diretta verso Lampedusa ma il Viminale aveva negato lo sbarco e l’unità militare italiana era rimasta diversi giorni in mare in attesa che la commissione europea riuscisse ad ottenere da cinque Paesi la disponibilità ad accogliere parte dei migranti. Solo il 31 luglio, l’allora ministro dell’Interno aveva dato l’autorizzazione allo sbarco dei migranti dalla nave militare, avvenuto poi nel porto di Augusta.
Secondo l’accusa, il leader della Lega avrebbe “privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo della nave Gregoretti della Guardia Costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio”.
Salvini è stato quindi accusato dal Tribunale dei ministri di Catania di sequestro di persona aggravato, perché commesso da un pubblico ufficiale e con l’abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate ma anche per essere stato commesso in danno di minori.
Nel formulare questa accusa, il Tribunale ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, secondo il quale l’allora ministro dell’Interno aveva esercitato una prerogativa politica e non c’erano gli estremi per il configurarsi del reato di sequestro di persona.
Sul caso Gregoretti-Salvini si è già espressa la Giunta delle immunità del Senato, che il 20 gennaio scorso ha dato il via libera alla richiesta di autorizzazione a procedere. In quell’occasione, il presidente della Giunta, il senatore Maurizio Gasparri, aveva chiesto agli altri membri di votare “no” al processo a Salvini, negando quindi l’autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega. Lo stesso capo del Carroccio, però, aveva chiesto ai suoi di votare sì: “Votate per mandarmi a processo e la chiariamo una volta per tutte”, ha detto.
A febbraio del 2019, la Giunta del Senato votò “No” alla richiesta di autorizzazione a procedere verso il leader leghista per il caso Diciotti, ma all’epoca la Lega era ancora al governo ed era alleata col Movimento Cinque Stelle. Ora, con i nuovi equilibri di maggioranza, l’esito del voto sarà probabilmente diverso.