Di Stefano (Casapound) a TPI: “Pronti a scendere in piazza con le Sardine, ma senza bandiere”
Dopo la polemica intorno alla presunta apertura delle Sardine nei confronti di Casapound, il movimento di estrema destra cavalca la possibilità di partecipare alla manifestazione prevista a piazza San Giovanni, a Roma, sabato 14 dicembre. In un tweet, il leader di Casapound Italia Simone Di Stefano scrive infatti: “Le sardine ci invitano in piazza? Ci andiamo, ma non canteremo di certo Bella Ciao”. Intanto, le Sardine in un post Facebook chiariscono che “le piazze delle sardine si sono fin da subito dichiarate antifasciste e intendono rimanerlo” e che non esiste “nessuna apertura a CasaPound, né a Forza Nuova. Né ora né mai”. Di Stefano, contattato telefonicamente da TPI, risponde alle domande sulle intenzioni del suo movimento.
Penso di sì, l’invito è arrivato da parte del responsabile romano quindi noi ci andremo. Senza bandiere, in piena libertà come tutti. Anche le persone che finora sono in piazza con le Sardine magari in passato hanno votato o partecipato attivamente alla vita di alcuni partiti, però poi scendono in piazza mischiandosi agli altri senza bandiere e striscioni.
Non si va in piazza per i valori, ma per le idee. E poi si vede se queste idee riscontrano i propri valori. Noi siamo fermamente convinti della democrazia, dello Stato sociale, di tante altre cose che secondo me possono piacere anche alle cosidette “Sardine”.
Non so, finora le Sardine non sono riuscite tanto a spiegare le loro proposte politiche. Forse vorranno ascoltare anche le nostre. Siamo aperti al dialogo.
Noi siamo stufi come tutti che in Italia si debba parlare esclusivamente di quello che dicono i media. La narrazione complessiva è scadente. Non ci piace come si è messa la politica in Italia, con le contrapposizioni tra le Sardine e i gattini, razzismo sì-razzismo no. Bisogna fare un passo avanti e parlare di idee.
Fin qui mi è sembrata una protesta anti-Salvini, legata molto al Pd e alla sinistra in generale. Se però dicono di voler interrompere una certa narrazione, su questo possiamo essere d’accordo. Non piace neanche a noi la narrazione della politica italiana per cui si può parlare solo di immigrazione o di tasse. Dobbiamo parlare di idee, se questa piazza può essere un veicolo per tornare a parlare di idee siamo ben contenti.
L’antifascismo è un contenitore che va riempito di contenuti. Penso che spesso ci troviamo di fronte a un problema semantico: c’è chi dentro la parola “fascismo” mette dentro la dittatura, il razzismo, la violenza e la coercizione. Io invece analizzo il fenomeno dal punto di vista dello Stato sociale, del corporativismo.
Anche noi siamo contro le dittature, oggi abbiamo una dittatura finanziaria imposta da organismi sovranazionali che non hanno controllo democratico. Questo può essere un tema di cui parlare anche con le Sardine.