Casapound lascia la politica, ma non il palazzo occupato a Roma
Casapound non lascia il palazzo occupato a Roma, ma bensì la politica.
La clamorosa notizia arriva dalle pagine de Il Giornale, che propone un’intervista al presidente del movimento di estrema destra Gianluca Iannone.
Nel faccia a faccia, realizzato da Chiara Giannini, l’autrice del libro-intervista su Matteo Salvini edito da Altaforte, la casa editrice vicina proprio a Casapound, Iannone dà l’addio alla politica.
“Dopo le ultime europee – in cui il partito di estrema destra ha ottenuto appena lo 0,33 per cento – e in seguito a una lunga riflessione sul percorso del movimento, Casapound Italia ha deciso di mettere fine alla sua esperienza elettorale e partitica”.
Iannone specifica, però, che il movimento non si scioglie, anzi. “Rilanceremo l’attività culturale, sociale, artistica e sportiva. Si tratta della nostra identità specifica e originaria” aggiunge il presidente di Casapound Italia.
Anche il segretario del partito, Simone Di Stefano, ha confermato su Twitter la notizia.
“Casapound conclude oggi la sua esperienza elettorale. Casapound vuole tornare ad essere il laboratorio di avanguardia politica, culturale e solidaristica che era un tempo”.
Questo significa che il movimento di estrema destra abbandonerà il suo simbolo elettorale e la sua struttura politica, ma continuerà a portare avanti le sue attività nello stabile occupato di Roma, al centro di diverse polemiche.
Occupato dal 2003, il palazzo, di proprietà del demanio statale, si trova in via Napoleone III, nel quartiere Esquilino a Roma.
Di recente, è stata proposta una petizione online, sostenuta anche da diverse persone celebri, in cui si chiedeva l’immediato sgombero dell’edificio.
Nella giornata di mercoledì 26 giugno, invece, la sindaca Virginia Raggi, che in passato ha polemizzato con il ministro dell’Interno Matteo Salvini per il mancato sgombero del palazzo, ha ordinato la rimozione della scritta di marmo che campeggia sull’edificio.
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