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    Casaleggio & Dissociati: scontro aperto tra il guru di Rousseau e il M5S, in ballo c’è la cassa dei Cinque Stelle

    Luigi Di Maio, ex capo politico del M5S, e Davide Casaleggio, presidente dell'Associazione Rousseau
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 18 Ott. 2020 alle 12:56

    Chi deve gestire i soldi del Movimento 5 Stelle? La risposta a questa domanda apre un nuovo fronte di scontro all’interno di quella che resta la prima forza parlamentare italiana. Da una parte c’è Davide Casaleggio, presidente dell’Associazione Rousseau e figlio de guru del M5S, Gianroberto. Dall’altra c’è una parte consistente dei parlamentari pentastellati, rappresentata dall’ex capo politico Luigi Di Maio.

    “Agli attivisti e ai territori non arriva un euro. La cassa deve gestirla il Movimento, dando parte delle risorse alle piattaforme informatiche e l’altra ai territori”, ha sentenziato l’altra sera Di Maio, ospite del programma tv Accordi e Disaccordi, sul Nove. Il ministro degli Esteri ha poi precisato che di Casaleggio continua a fidarsi: “È una persona su cui metto la mano sul fuoco”, ha detto.

    Ma quella frase sui conti dei Cinque Stelle è bastata per provocare la dura reazione del manager della Casaleggio Associati. Ieri, sabato 17 ottobre, sul Blog delle Stelle è stato pubblicato un articolo a firma dell’Associazione Rousseau per smentire “quattro fake news”: tra queste, curiosamente, l’assunto secondo cui “Rousseau è la cassa del Movimento” e quello per il quale “agli attivisti non arriva un euro”. Le “falsità” vengono imputate ai giornali e Di Maio non viene ovviamente mai nominato, ma il destinatario del messaggio è chiaramente lui.

    Casaleggio sostiene, in sintesi, che Rousseau riceve ogni anno dagli eletti del M5S circa 1,3 milioni, che vengono utilizzati per garantire oltre 22 servizi essenziali a 170mila iscritti e a 2mila eletti. I gruppi parlamentari, si legge nell’articolo, si sostengono con le risorse destinate ai gruppi parlamentari. Quanto ai soldi destinati agli attivisti, si parla di 3 milioni di euro all’anno, derivanti dai mille euro “che i parlamentari ogni mese possono investire per iniziative sui territori”.

    Secondo il Corriere della Sera, dietro questo scontro ci sarebbe una proposta da 1,2 milioni di euro avanzata da Casaleggio ai Cinque Stelle: un contratto di servizio per gestire la cassa del Movimento. Proposta duramente bocciata dall’attuale reggente Vito Crimi.

    La guerra aperta sui soldi si insinua e crea ulteriore scompiglio in quella che è la fase più difficile della sua storia del M5S, lacerato dalle divisioni interne e senza una leadership chiara e salda. Solo due settimane fa la frattura tra Casaleggio e i Cinque Stelle si era palesata con un rovente scambio di messaggi in Rete.

    Il presidente di Rousseau aveva raccontato sul Blog delle Stelle di aver ricevuto la proposta di guidare un ministero e di aver risposto no. E dalla pagina Facebook ufficiale del Movimento gli era piovuta contro una secca risposta: “Il Blog delle Stelle è il canale ufficiale del Movimento 5 stelle e Davide Casaleggio non ricopre alcuna carica nel Movimento 5 Stelle. Il post pubblicato in data odierna sul Blog delle Stelle a firma Davide Casaleggio rappresenta una sua iniziativa, personale e arbitraria, diffusa attraverso uno strumento di comunicazione ufficiale del Movimento 5 Stelle”. Insomma, più Casaleggio Associati, qua sembra di trovarsi davanti alla Casaleggio & Dissociati.

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