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    Di Maio: “Non sono irritato con Raggi. Solidarietà alla famiglia rom”

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 9 Mag. 2019 alle 09:24 Aggiornato il 9 Mag. 2019 alle 09:48

    Casal Bruciato rom Di Maio – “Mi si attribuiscono parole del genere che ‘sono irritato e arrabbiato’: nulla di tutto questo. Io credo che quando si minaccia di stupro una donna o si costringe un bambino a stare chiuso in casa e li si minaccia solo perché hanno ottenuto un alloggio per legge, è giusto dare la massima solidarietà a una donna che viene minacciata di stupro da CasaPound o da fascisti”.

    Cosa succede a Casal Bruciato: una ricostruzione delle proteste nella periferia di Roma

    Questo il commento del leader dei 5 Stelle, Luigi Di Maio, in un’intervista rilasciata a Radio Uno parlando della visita della sindaca di Roma, Virginia Raggi, alla famiglia rom che ha ottenuto un alloggio nel quartiere di Casal Bruciato, aggiungendo di “comprendere che ci sia tensione sociale nel paese”.

    Casal Bruciato, la sindaca Raggi contestata: “Vergogna” | VIDEO

    La sindaca era stata costretta ad allontanarsi dalla zona scortata dagli agenti perché pesantemente contestata dai presenti.

    L’episodio, secondo quanto appreso da Ansa, aveva irritato il leader pentastellato Di Maio, che secondo fonti a lui vicine avrebbe affermato che prima si aiutano i romani, gli italiani, poi tutti gli altri. Il vicepremier sembra avesse reagito negativamente anche perché Raggi aveva scelto di recarsi nel quartiere in un giorno molto delicato per i 5 Stelle, in cui sarebbe stato meglio evitare uletriori polemiche.

    Casal Bruciato – Da giorni nel quartiere periferico di Roma non si placano le proteste da quando una famiglia rom di origini bosniache ha ottenuto un alloggio popolare, scatenando la reazione di una parte dei residenti, aizzati dagli esponenti di CasaPound. (qui il racconto della giornata del 7 maggio a Casal Bruciato).

    CasaPound – Nell’intervista a Radio Uno il leader penstastellato si è anche scagliato contro il movimento di estrema destra affermando che lo sgombero del locale in piazza Vittorio Emanuele a Roma “è sacrosanto” come per “qualsiasi tipo di immobile occupato” (Qui l’articolo completo)

    Da tempo infatti si parla dell’opportunità di liberare il palazzo occupato da Casapound nella capitale, ma che non rientra nella lista degli immobili da sgomberare redatta dal ministero dell’Interno.

    “L’immobile di Casapound ci serve così facciamo edilizia popolare e la diamo agli italiani che non hanno la casa”.

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