“Io premier, ma figurati”: così a TPI parlava Carlo Calenda, il leader di Azione che proprio pochi giorni fa si è detto pronto a candidarsi come presidente del Consiglio qualora Mario Draghi fosse indisponibile a un bis.
Correva l’anno 2020: l’Italia era in lockdown a causa della prima ondata di Covid, mentre il governo era guidato da Giuseppe Conte, a capo della coalizione giallorossa formata da M5S, Pd, Italia Viva e Leu.
In un’intervista (disponibile qui) in cui si discuteva, tra le altre cose, degli effetti della pandemia e di come far ripartire l’Italia, a precisa domanda del direttore di TPI Giulio Gambino (“Si vede premier?”), il leader di Azione rispondeva: “Io premier? Ma figurati, in questo momento ho il 2 per cento“.
Poco più di due anni dopo, però, Calenda ha cambiato idea, forse spinto dai sondaggi che ora lo vedono intorno al 5-6%. Il 26 luglio scorso, infatti, nel corso di un’intervista a SkyTg24, l’ex ministro dello Sviluppo economico ha dichiarato: “Se Draghi è indisponibile al bis, sono pronto a candidarmi come premier”.
“Noi pensiamo a un governo Draghi bis con una forte componente riformista e ci candidiamo a far questo, ma un Paese non si può fermare solo ad una persona. Per cui se domani Draghi dicesse che non è disponibile, allora mi candiderei io. Spiegheremo come intendo governare questo paese” ha aggiunto Calenda.
Non è la prima volta che Carlo Calenda smentisce se stesso. Già nel 2018, infatti, a proposito di una sua eventuale candidatura come sindaco di Roma, l’ex ministro affermò: “Io sindaco di Roma? Neanche morto. A parte che mi piacciono altre cose… Se utilizzassi il lavoro fatto sul tavolo Roma per candidarmi sarei un cialtrone e quindi non lo farò”.
Due anni dopo, il leader di Azione si è candidato per il Campidoglio arrivando a sfiorare il ballottaggio alle elezioni comunali che si sono svolte lo scorso ottobre.
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