Martedì 6 marzo 2018 Carlo Calenda, attuale ministro dello Sviluppo Economico, ha annunciato la sua volontà di iscriversi al Pd.
Questo il post che il ministro ha scritto su Twitter:
Non bisogna fare un altro partito ma lavorare per risollevare quello che c’è. Domani mi vado ad iscrivere al @pdnetwork. https://t.co/5Jem2aDZfO
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 6 marzo 2018
Calenda ha voluto quindi rimarcare come, proprio in un momento di estrema difficoltà per il Pd, uscito con le ossa rotte dalle elezioni politiche del 4 marzo, la sua scelta sia quella di aderire ad un progetto che necessita di un rilancio immediato.
Il ministro, quindi, che non era candidato alle elezioni, ha scelto di scendere in campo in prima persona impegnandosi all’interno del partito, dopo che, nella legislatura in corso, aveva operato come ministro del governo senza un’adesione diretta al Pd.
La scelta di iscriversi al partito ha suscitato subito l’entusiasmo di molti dirigenti dem, primo fra tutti il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha ringraziato Calenda con un tweet:
Grazie Carlo! https://t.co/OIpELxF36p
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 6 marzo 2018
Anche Matteo Richetti, deputato del Partito Democratico e figura vicina al segretario neo-dimissionario Matteo Renzi, ha manifestato apertamente il suo entusiasmo per la scelta di Calenda:
Preparo il comitato d’accoglienza! Che bella notizia @CarloCalenda! Si riparte alla grande https://t.co/TsViwNcvh9
— Matteo Richetti (@MatteoRichetti) 6 marzo 2018
Un coro di elogi e di ringraziamenti, quello piovuto sulla testa del ministro da parte degli esponenti del Partito Democratico, che può essere interpretato in vari modi.
C’è sicuramente la stima per un figura molto apprezzata, che ha lavorato in maniera incisiva prima come vice-ministro dello Sviluppo economico (dal 2013 al 2016) e poi come ministro dello stesso dicastero.
Ma in una fase turbolenta come quella che sta attraversando il Pd, naufragato ai minimi storici alle ultime elezioni e in cerca di nuove figure che possano rimpiazzare la leadership ormai al tramonto di Matteo Renzi, la tempistica della scelta di Calenda e l’entusiasmo suscitato nei big del partito potrebbero rappresentare indizi da non sottovalutare in vista del prossimo congresso dei dem.
Anche Maurizio Martina, vicesegretario del pd e candidato in ticket con Renzi alle ultime primarie del partito, ha mostrato la sua soddisfazione per l’ingresso di Calenda tra le fila dei democratici:
La scelta giusta. Grazie @carlocalenda https://t.co/fPMheMEu3G
— Maurizio Martina (@maumartina) 6 marzo 2018
Chi è Carlo Calenda
Figlio della regista Cristina Comencini e nipote di Luigi Comencini, Carlo Calenda, con i suoi 44 anni, è uno dei volti giovani della politica italiana.
Laureato in Giurisprudenza a Roma, prima di intraprendere la carriera politica ha lavorato in diverse aziende, tra cui la Ferrari e Sky, dove ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’area marketing.
Approdato a Confindustria nei primi anni 2000, ha lavorato come assistente di Luca Cordero di Montezemolo, per poi occuparsi dei rapporti internazionali dell’associazione.
Proprio il legame professionale con Montezemolo ha dato il via all’impegno politico di Calenda, che è diventato coordinatore di Italia Futura, associazione fondata nel 2009 da Montezemolo.
Nel 2013 si è candidato alle elezioni con Scelta Civica, ma non è stato eletto in parlamento. Nonostante questo, Enrico Letta lo ha nominato vice-ministro dello Sviluppo economico.
Nel 2016, Matteo Renzi lo ha nominato ministro dello stesso dicastero, carica confermata da Paolo Gentiloni.
Calenda aveva manifestato la sua intenzione di far parte del Pd già dal 2015, senza però mai rendere effettiva questa sua volontà.
Inoltre, la decisione di non candidarsi a queste ultime elezioni sembrava confermare la volontà di non rendersi protagonista attivo all’interno di un partito.
Come ministro dello Sviluppo economico, Calenda ha gestito numerosi dossier spinosi, tra cui il caso recente della Embraco, l’aziena brasiliana che si occupa di forniture per l’industria della refrigerazione e che ha manifestato l’intenzione di chiudere il suo stabilimento di Riva di Chieri (Torino), in Italia, per trasferirsi in Slovacchia.
La decisione dell’azienda ha messo a rischio centinaia di posti di lavoro e ha aperto un contenzioso che ha coinvolto anche l’Unione europea.
Proprio nell’ambito di questa vicenda, Calenda è stato protagonista di accesi scontri con esponenti di altri partiti, in particolare con Alessandro Di Battista del Movimento Cinque Stelle.
In un video diventato virale, Calenda, ai microfoni di La7, ha espresso parole durissime nei confronti di Salvini e dello stesso Di Battista, definiti “cialtroni” che si scattano i selfie fuori dalle fabbriche mentre lui cerca di risolvere le crisi:
In generale Calenda, nel corso degli ultimi mesi, è sempre più apparso agli occhi dei dirigenti e dei militanti del Pd come persona di grande competenza ed efficacia, nonché in grado di incarnare un serio spirito riformista.
Proprio per il suo stile diretto e schietto, Calenda è diventato anche una sorta di “picconatore” dei populisti, ruolo che lo ha reso sempre più popolare tra simpatizzanti ed elettori del Partito Democratico.
Calenda nuovo segretario del Pd?
Con queste premesse, è evidente come in molti stiano pensando al ministro dello Sviluppo economico come possibile successore di Renzi alla segreteria del partito.
Calenda si è espresso con forza contro ogni ipotesi di accordo di governo tra i dem e il Movimento Cinque Stelle.
A differenza di Renzi, però, in questi ultimi giorni il ministro ha fatto opera di autocritica rispetto all’operato del governo, delineando su Twitter anche alcune “linee guida” rispetto al modo in cui il Pd dovrà cercare di lavorare da qui in avanti:
Abbiamo dato la sensazione di essere un partito delle elite (te lo dice uno che se ne intende). È successo in tutto l’Occidente ai progressisti. Ma è anche effetto del nostro modo di comunicare ottimistico/semplicistico. Tornare a capire le paure non tentare di esorcizzarle https://t.co/oz0wkuxwCo
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 6 marzo 2018
La corsa alla segreteria del Pd, in ogni caso, si preannuncia lunga e complessa, sempre ammesso che Calenda voglia realmente candidarsi per questa carica.
Di sicuro, l’entusiasmo suscitato tra i dirigenti dem per la sua iscrizione al partito testimonia della grande credibilità di cui gode il ministro dello Sviluppo economico, un capitale politico che lo porterà quasi certamente a rivestire un ruolo di primissimo piano nel Pd che verrà.