Carcere per gli evasori in Cdm
La norma per il carcere per i grandi evasori si avvicina. Oggi, domenica 20 ottobre 2019, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha annunciato che il provvedimento, per la parte che riguarda il decreto fiscale, “è pronto” e sarà portato domani in Consiglio dei ministri. “Dobbiamo decidere – ha spiegato il Guardasigilli – quale parte far entrare subito e quale in sede di conversione e comunque entro 60 giorni”.
“Il pacchetto sul carcere per i grandi evasori è pronto”, ha dichiarato il ministro Bonafede rispondendo all’Ansa a Perugia dove con la famiglia ha fatto una visita privata tra gli stand di Eurochocolate. “Dopo l’incontro dell’altro ieri a Palazzo Chigi con le altre forze politiche di maggioranza siamo già andati avanti e siamo praticamente alla conclusione e domani dovremmo avere nel dettaglio la norma”, ha aggiunto.
“Domani dovremmo avere nel dettaglio – ha spiegato ancora il ministro della Giustizia – la norma che riguarda il carcere ai grandi evasori e anche la confisca per sproporzione. Ancora non sappiamo se entrerà tutto nel decreto fiscale. Potrebbe infatti entrare anche nell’emendamento e quindi in corsa, in sede di conversione. Al di là di questo l’importante è che domani abbiamo il pacchetto sul carcere e la confisca per sproporzione per i grandi evasori”.
Le tre proposte “imprescindibili” del M5S
Il carcere per i grandi evasori è un provvedimento fortemente caro al Movimento 5 Stelle, uno dei principali punti del programma dei pentastellati. Oggi il capo politico del M5S Luigi Di Maio lo ha indicato riepilogando le tre proposte del Movimento considerate “imprescindibili”
“La prima – ha detto il ministro degli Esteri – è il carcere agli evasori e la confisca per sproporzione ai grandi evasori significa che chi evade più di 100 mila euro all’anno verrà punito seriamente con il carcere e bisogna confiscargli più di quanto ha evaso”, ha detto il ministro.
“Secondo punto: per me – ha proseguito Di Maio – vanno bene le multe ai commercianti che non utilizzano il pos, ma se gli abbattiamo i costi del pos, i costi delle carte, perché altrimenti rischiamo di trovarci in una situazione in cui introduciamo una nuova tassa per i commercianti, non una multa”.
“E poi il terzo punto per noi importante è che le partite Iva continuino a pagare solo il 15% di tasse, cosa che non è così, in questa manovra gli si alzano le tasse”, ha concluso.
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