Cannabis light Salvini | Lega | Sentenza | Corte di Cassazione
CANNABIS LIGHT SALVINI – Non si è fatta attendere una reazione di Matteo Salvini alla sentenza della Cassazione sulla cannabis light. Oggi la Suprema Corte ha stabilito che la legge non consente la vendita o la cessione a qualunque titolo dei prodotti “derivati dalla coltivazione della cannabis”. “Siamo contro qualsiasi tipo di droga”, è stato il commento del vicepremier e leader della Lega.
Cannabis light Salvini | Il leader della Lega: “Noi contro tutte le droghe”
“Siamo contro qualsiasi tipo di droga, senza se e senza ma, e a favore del divertimento sano”, ha detto il ministro dell’Interno.
Per la Suprema Corte, la legge non consente la vendita o la cessione a qualunque titolo dei prodotti “derivati dalla coltivazione della cannabis”, come l’olio, le foglie, le inflorescenze e la resina. La sentenza è arrivata dalle sezioni unite penali della suprema corte che così danno uno stop alla vendita della ‘cannabis light’. La Procura generale della Cassazione, rappresentata dal pg Maria Giuseppina Fodaroni, aveva chiesto alle sezioni unite della Corte Suprema di inviare gli atti alla Consulta sulla questione della cannabis light. Ma i giudici hanno deciso di emettere ugualmente il loro verdetto.
Della questione cannabis light si è molto parlato in queste settimane. La questione ha tenuto banco per diversi giorni ad inizio maggio, con un ennesimo botta e risposta tra i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, con tanto di scambio di accuse tra gli esponenti dei loro partiti, Lega e Movimento 5 Stelle. “Li voglio vedere chiusi uno a uno. Ci saranno controlli a tappeto. Adesso basta, ci vogliono le maniere forti”, aveva detto il segretario del Carroccio.
Altra posizione in linea con Salvini sulla cannabis light è quella dell’ex parlamentare di centrodestra Carlo Giovanardi, ex responsabile antidroga del governo Berlusconi. “A questo punto il Governo non ha più alibi. Deve procedere immediatamente alla chiusura degli esercizi che vendono cannabis light, o comunque impedire che tale prodotto sia lasciato liberamente in commercio, anche presso altri esercizi”, ha detto oggi in una dichiarazione commentando la sentenza della Cassazione.