“Un’assurdità priva di basi scientifiche, che rischia di mandare al collasso un settore che dà lavoro ad oltre 15mila persone, la maggior parte giovani under 35. Mentre in tutto il mondo si parla di legalizzazione della cannabis e riduzione del danno, da noi si pensa a far tornare il proibizionismo. Davvero ridicoli”. Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni commenta così la notizia – anticipata in esclusiva da TPI – delle nuove regole sulla produzione votate il 12 gennaio dalla Conferenza Stato-Regioni, che rendono la cannabis light nuovamente illegale.
Il decreto approvato, al punto 4, fa sottostare «la coltivazione delle piante di Cannabis ai fini della produzione di foglie e infiorescenze o di sostanze attive a uso medicinale» al Testo Unico sugli stupefacenti, tabella 309/90, a prescindere che vi siano o meno sostanze psicoattive al di sopra dei limiti della legge sulla filiera agroindustriale della canapa del 2016. In virtù di questa interpretazione dalla data di efficacia del decreto, tutti i coltivatori e i rivenditori di infiorescenze di “cannabis light” diventeranno passibili delle sanzioni derivanti dall’apparato penale del DPR 309/90 che ne vieta la coltivazione senza un’autorizzazione da parte del Ministero della salute.
“Si cancelli immediatamente questo refuso proibizionista dal documento della conferenza Stato-Regioni e la si smetta con queste fantasiose crociate ideologiche”, prosegue il deputato. “Il Paese reale ha già dimostrato di essere molto più avanti della politica di palazzo, raccogliendo le oltre 500mila firme per il referendum in pochi giorni. Una grande dimostrazione di partecipazione e democrazia. E sono certo che lo farà ancora, questa primavera, con il proprio voto. Per dire finalmente SI alla cannabis legale”.
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