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    Lavoro, Sanità, Diritti: ecco tutti i temi che possono compattare il campo largo

    Credit: AGF

    Da qui può nascere un programma di governo alternativo a quello delle destre

    Di Anton Filippo Ferrari e Antonio Scali
    Pubblicato il 18 Set. 2024 alle 17:20 Aggiornato il 20 Set. 2024 alle 17:38

    LAVORO
    Il lavoro si paga, e la retribuzione deve essere quantomeno dignitosa, altrimenti è sfruttamento. È uno dei ragionamenti che vedono concordi le opposizioni, tutte – ad eccezione di Italia Viva – favorevoli all’introduzione del Salario minimo. Il ddl proposto da M5S, Pd, Avs, Più Europa e Azione prevedeva l’introduzione di una soglia minima di 9 euro l’ora, ma è stato affossato dal centrodestra alla Camera.

    «Dovremo insistere sulla sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. E poi vogliamo abolire gli stage gratuiti. Parlare di lavoro significa parlare di sicurezza nei luoghi di lavoro, più investimenti, non si può morire sul lavoro o per gli stage», rincara la dose la segretaria del Pd Elly Schlein.

    Riforma del lavoro e lotta alla precarietà sono temi chiave anche per i Cinque Stelle, che, come si legge sul loro portale, si propongono di «ridurre precarietà e sfruttamento lavorativo e migliorare la stabilità dei contratti di lavoro, garantendo un’efficace politica di accesso al mondo del lavoro dei giovani e di forte riduzione della fuga dei cervelli».

    Il Jobs Act, riforma bandiera introdotta dal Governo Renzi, divide invece le opposizioni. Schlein segue Conte e si dice favorevole a firmare il referendum della Cgil per abrogarlo, ma non tutto il Pd è d’accordo. Contrario anche Calenda che parla di «gravissimo errore» della segretaria dem. 

    LOTTA ALLA POVERTÀ
    Una delle prime mosse del Governo Meloni è stata la cancellazione del Reddito di cittadinanza, misura chiave per i Cinque Stelle. Il Pd – che all’epoca della sua introduzione, nel 2019, votò contro – ha poi negli anni smussato le proprie idee, sottolineando come, pur essendo uno strumento da migliorare, il Rdc è stato fondamentale per salvare molte persone dal baratro nel periodo buio della pandemia.

    Oggi diversi esponenti dem si dicono favorevoli all’introduzione di un Reddito di dignità, come già avvenuto in molte regioni. Difficile in ogni caso trovare un’intesa su questi temi con le forze centriste. Matteo Renzi è stato da sempre uno dei più critici nei confronti del Rdc: «Non puoi pensare di abolire la povertà dando dei soldi, devi trovare un meccanismo per portare le persone a lavorare», attacca.

    Nei mesi scorsi, invece, da Alleanza Verdi e Sinistra era arrivata la proposta, poi bocciata in commissione Camera, per l’introduzione di un Reddito universale di base da 800 euro al mese, «da corrispondersi integralmente o parzialmente a integrazione del reddito individuale entro la soglia reddituale individuale mensile di 1.500 euro». 

     

    SANITÀ
    All’opposizione tutti sono d’accordo sull’importanza di rilanciare la Sanità pubblica, ma ogni partito ha la propria ricetta, pur con similarità di fondo. Il Pd punta a incrementare gradualmente l’investimento per la salute fino a raggiungere la media europea del 7,5% del Pil, abolire il tetto di spesa per il personale, promuovere un grande piano di assunzioni di medici, infermieri e tecnici.

    Il M5S sostiene la necessità di impiegare risorse aggiuntive per implementare la medicina territoriale, adeguare gli stipendi degli operatori sanitari, superare definitivamente il tetto di spesa per le assunzioni, oltre a un incremento di 400 milioni di euro annui per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza.

    «È necessario e obbligatorio – sottolineano invece da Avs – cambiare modello nel Servizio sanitario: basta aziendalizzazione». I rossoverdi, inoltre, avvertono che l’Autonomia differenziata andrebbe ad acuire ancora di più il divario tra Nord e Sud del Paese. Anche per Azione la Sanità è l’emergenza numero uno: secondo Calenda, bisogna intervenire in particolare su liste d’attesa e nuove assunzioni.

    SCUOLA
    Anche quello dell’istruzione è uno dei settori strategici che mette d’accordo le opposizioni sulla necessità di intervenire con grandi riforme. Tutti bocciano l’operazione meloniana del “Liceo del Made in Italy” (che ha trovato un’accoglienza piuttosto tiepida anche da parte degli studenti).

    Secondo il Pd, serve una rivoluzione nel mondo della Scuola: le priorità sono lotta alla dispersione scolastica, diritto allo studio e aumento delle retribuzioni dei docenti. I dem lanciano inoltre l’allarme per possibili tagli al budget del Ministero di viale Trastevere, mentre aumentano i divari territoriali.

    Il Movimento 5 Stelle, da parte sua, pone l’attenzione sul caro libri e sui ritardi e presunte irregolarità nei percorsi di abilitazione e specializzazione dei docenti. Per Alleanza Verdi e Sinistra la scuola deve essere una priorità in vista della prossima manovra.

     

    DIRITTI CIVILI
    Sui diritti civili c’è un’ampia convergenza di vedute tra i partiti di opposizione. Tutti, ad esempio, sono schierati a favore dello Ius Scholae, su cui si è riacceso il dibattito nelle ultime settimane. La riforma della legge sulla cittadinanza è un possibile viatico per provare a spaccare il centrodestra, (anche se Forza Italia ha già giurato fedeltà al governo).

    Un’altra proposta che mette d’accordo le forze di minoranza è quella del congedo paritario per madri e padri: attualmente il congedo di paternità obbligatorio è di dieci giorni; l’obiettivo è di portarlo a qualche mese, come già avviene in altri Paesi europei.

    Sempre in tema di diritti civili, in questi giorni riparte l’iter della proposta di legge che dovrebbe disciplinare il fine vita (nello specifico, sui limiti di non punibilità dell’aiuto al suicidio): da troppi anni la materia attende l’intervento del legislatore. Anche su questo terreno si misurerà al compattezza del fronte alternativo alle destre.

    Più difficile, invece, un’intesa su temi come la gravidanza per altri o le adozioni per le coppie gay, dove bisogna fare i conti con le resistenze dei cattolici.

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