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    I 6 leader delle opposizioni spiegano a TPI il loro punto di vista sul campo largo

    Credit: AGF

    Ecco come il centrosinistra punta a battere la destra

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 18 Set. 2024 alle 17:32 Aggiornato il 16 Ott. 2024 alle 18:08

    TPI ha chiesto ai leader delle opposizioni di disegnare il perimetro entro il quale si può formare un’alleanza per battere Meloni & Co. Ecco cosa ci hanno detto.

    Elly Schlein
    Segretaria Partito Democratico
    «A noi spetta il compito di lavorare insieme a un progetto per l’Italia, un progetto che è ambizioso e che si fonda su poche priorità, così poche che stanno sulle dita di una mano: 1) sanità pubblica; 2) istruzione e ricerca; 3) lavoro e salari; 4) politiche industriali per la conversione ecologica e digitale; 5) diritti sociali e civili. Cinque priorità su cui costruire alleanze nella società, nel Paese, con le altre forze politiche. È questo che faremo nei prossimi mesi per mandare a casa questo governo. Partiamo dai temi e costruiamo una proposta di governo. Noi sappiamo bene che per sostituire l’attuale maggioranza non basta la denuncia delle loro contraddizioni e inadeguatezze. Non basta nemmeno la ferma opposizione alle loro scelte pericolose e fallimentari. Serve la capacità di proporre un’alternativa credibile. E l’alternativa di governo va costruita adesso. Una proposta che sappia unire più voci, più culture, più personalità capaci di ascoltarsi e di lavorare insieme. Partendo dai temi, dalle cose concrete da fare, dalle risposte ai problemi delle persone, per convincere anche chi non vota più a tornare a crederci»

    Giuseppe Conte
    Presidente Movimento 5 Stelle
    «È importante costruire un’alternativa vincente, ma per riuscirci serve un progetto politico credibile. Con Pd e Avs non si parte da zero, stiamo già collaborando. Abbiamo lavorato insieme sulla proposta di Salario minimo, ad esempio, o sull’opposizione all’Autonomia differenziata, e abbiamo obiettivi comuni sul contrasto alla precarietà, sul congedo parentale paritario per entrambi i genitori. Ma non parlerei di “campo largo”. Io preferisco chiamarlo “campo coeso” perché gli elettori di quest’area invocano l’importanza della coesione. Un sondaggio ci dice che il 74% del campione intervistato preferisce “un’alleanza la più coesa possibile (anche al costo di escludere alcuni partiti)”». Renzi? «Non si può costruire un progetto alternativo con persone che contaminano. Loro sono per il Jobs Act, il Salario minimo non lo vogliono, hanno raccolto firme contro il Reddito di cittadinanza. Nei passaggi determinanti della legislatura hanno votato con Meloni. Se qualcuno pensa, con queste presenze inquinanti, di rovinare i nostri principi e valori, non ci riuscirà»

    Nicola Fratoianni
    Co-portavoce Alleanza Verdi e Sinistra
    «Il perimetro dell’alternativa alla destra-destra che ci governa non è questione geometrica né geografica. Si tratta invece di una questione tutta politica. Per battere la destra serve un progetto credibile, che restituisca speranza a chi l’ha persa e sappia riconquistare al voto e alla partecipazione quella parte grande della società che se ne è allontanata. Cominciamo dall’applicazione della Costituzione, che dice molto di come potrebbe essere un’Italia diversa e migliore. Lavoro stabile e dignitoso, salari migliori, diritto alla salute e all’istruzione, diritti civili e di libertà. Transizione ecologica. Giustizia sociale e fiscale. E poi pace. Contro un futuro offuscato dalla guerra e dalla corsa alle spese militari. Su molte questioni abbiamo cominciato a lavorare. Su altre restano differenze e divergenze. Ma spetta a tutte a tutti assumersi la responsabilità di offrire un’alternativa»

    Matteo Renzi
    Presidente Italia Viva
    «Il centrosinistra può tornare a governare: un programma comune è possibile. Servono però i voti, non i veti. Il modello è quello della convention di Chicago: Kamala Harris è riuscita tenere insieme tutte le ali dei dem, anche le più distanti: dalla più estrema di Bernie Sanders e Ocasio Cortez ai Clinton, a quella bideniana inizialmente ostile ad Harris. Le elezioni si vincono anche e soprattutto al centro, convincendo gli indecisi: Starmer nel Regno Unito vince quando fa superare ai Labour l’antiblairismo, i dem americani chiedono i voti dei repubblicani anti-Trump e promettono posti di governo. In questo schema, il centro deve fare il centro, la sinistra deve fare la sinistra: chi, come Giuseppe Conte, punta il dito vittima dei rancori del passato non fa altro che regalare le prossime politiche a Giorgia Meloni. Io attacco la premier, loro attaccano me. L’appello di Schlein guarda al futuro: per battere la destra, serve unità»

    Riccardo Magi
    Segretario Più Europa
    «Alle ultime due elezioni politiche Più Europa ha fatto una scelta chiara di alleanza politico-elettorale con il Pd. Lo ha fatto senza rinunciare alla propria soggettività, partendo da una valutazione politica del contesto nel quale avvenivano le elezioni. Oggi crediamo sia arrivato il momento di avviare un tavolo politico il più possibile permanente con le altre forze che intendono verificare se c’è la possibilità di dar vita a una coalizione. Il cosiddetto campo largo può concretizzarsi se ci sono delle convergenze: per questo è necessario confrontarsi su una serie di obiettivi politici e misurare le distanze. Su alcuni temi, come il Salario minimo, c’è già una condivisione che è diventata anche azione parlamentare comune. Noi auspichiamo che avvenga anche su altre questioni»

    Carlo Calenda
    Segretario Azione
    «Azione non fa parte del campo largo. Rimane e rimarrà al centro come “luogo del pragmatismo e delle soluzioni”. Con il campo largo abbiamo il dovere di collaborare in parlamento quando si trovano punti di contatto e alle elezioni amministrative quando coincide il programma»

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