Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Home » Politica

    Calenda: “Serve un governo di unità nazionale, anche con Meloni”

    Di Piera Rocco
    Pubblicato il 5 Set. 2022 alle 13:07 Aggiornato il 5 Set. 2022 alle 13:08

    Calenda ha rivelato ai microfoni di Rtl 102.5 il governo che sogna dopo le elezioni. Il fan numero uno di Draghi, promotore del Terzo Polo ribadisce: “Non farò un’alleanza con il Pd, altrimenti l’avrei fatta prima. Io voglio fare un governo di larga coalizione che pacifichi l’Italia e metta insieme il centrodestra moderato e il centrosinistra. Un governo di unità nazionale con dentro Pd, Forza Italia, Lega e mi auguro anche Meloni”. È escluso dalla sua lista dei desideri il M5S, con il quale Calenda non ha mai nascosto dissidi.

    Il leader di Azione infatti aveva fatto morire sul nascere l’alleanza con il PD, che lo avrebbe portato a condividere il simbolo con Sinistra Italiana e Verdi. “Grazie caro Enrico Letta per averci impedito di stare in una coalizione che vuole abolire la proprietà privata”, aveva detto il suo alleato Matteo Renzi qualche giorno fa. In effetti la lente con la quale il Terzo Polo guarda l’arco politico italiano sposta tutti molto più a sinistra di quello che sono veramente. Forse per questo motivo nel “centrodestra moderato” Calenda fa cadere anche la Meloni e la fiammella sul logo del suo partito, altro che centro per arginare le destre. Colui che aspirava a diventare il Macron italiano ha scelto un’altra strategia.

    Tra quelli che militano per applicare l'”Agenda Draghi” Carlo Calenda è quello che spera di più in un secondo mandato dell’ex banchiere centrale. Paladino del capo del governo dei migliori, indignato dal suo “tradimento” da parte di Lega, Forza Italia e pentastellati, lui stesso aveva chiamato i partiti a interrompere la campagna elettorale per dare sostegno alle misure del governo contro il caro energia. La sua venerazione per Draghi supererebbe persino le ambizioni personali del leader, “Non ho problemi a candidarmi a fare il premier, non è questo il problema, ma quando si riconosce qualcuno che c’è migliore di te a fare un lavoro…”. Un’umiltà incoraggiata dal ruolo decisivo che il Terzo Polo giocherebbe in un Draghi bis come partito stabilizzante e peso al centro per alienare le opposizioni.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version