Dopo la foto al lago in costume da bagno a febbraio, l’ex ministro dello Sviluppo Carlo Calenda è finito al centro di una nuova bufera social.
A dare il via alla polemica è stato un tweet dell’ex direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, che ha commentato la partecipazione del figlio di Calenda alla manifestazione a Roma su clima.
“Picchialo. Buona Pasqua”, è stato il tweet di Ferrara a cui l’ex ministro ha risposto, ironico: “Quello sempre. Di base. Almeno due volte al giorno. Buona Pasqua anche a te”.
Per poi aggiungere: “Ieri per l’appunto si è beccato un bel ceffone per aver risposto male alla madre. E gli ha fatto un gran bene”.
L’ex ministro si dimentica però di specificare che i suoi commenti sono ironici, un errore che è meglio non commettere in rete. Alcuni utenti cercano di avvisarlo, facendogli notare che dovrà prepararsi a commenti “indignati da parte di 50enni e mamme pancine e un lungo editoriale di Travaglio sull’argomento”.
Il consiglio però cade nel vuoto. Anzi peggio: Calenda rincara la dose, rispondendo a chi lo critica che “le mani non si dovrebbero mai usare”, ma “ogni tanto anche un bel calcione nel sedere funziona. Ma dà meno soddisfazione”.
Iniziano così ad arrivare le prime proteste e commenti negativi, finché Calenda non interviene, anche se non di certo per calmare gli animi.
“Mai sberle a un bambino piccolo”, specifica il ministro. “Scapaccione simbolico come estrema ratio. Ceffone ben assestato a adolescente grosso e turbolento. Ma anche qui solo casi rari e estremi. Non farlo quando c’è necessità è una grave responsabilità”.
Nella querelle social entra anche il disegnatore Makkox: “Non ci credo che bisogna star qui a chiarire che quando uno dice: me te magnerei vivo, non sta incitando (nel 2019!) al cannibalismo”.
Un assist che però Calenda non sfrutta a dovere, scrivendo in un nuovo post: “E ora scusate ma devo andare a picchiare i figli, distruggere videogiochi e rubare uova di Pasqua alle signore anziane. Buona pasqua”.
Solo dopo un po’ scrive: “Era un tweet evidentemente ironico”.
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