L’accordo tra Carlo Calenda e il leader di Italia Viva Matteo Renzi non è scontato e si incontreranno per discuterne. “Con Renzi ci sono rapporti deteriorati nel tempo, ci unisce una consonanza programmatica e ci dividono alcune scelte”, ha detto in un’intervista a Repubblica il leader di Azione che ha specificato di non aver tradito il patto con Enrico Letta, ma di essersi sfilato da “una coalizione Frankenstein”.
Calenda ha anche detto: “Il problema del Partito Democratico è sempre lo stesso, siccome non si sente in grado di rappresentare tutta la sinistra, mette dentro chiunque”. Secondo il leader di Azione, il Pd aveva paura che Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli potessero andare con Conte “a fare Melénchon con la pochette”. Per il leader di Azione il patto sottoscritto tra Pd, Sinistra italiana e Verdi aveva dato vita a due ali della coalizione: “Una delle quali contraria a tutto quello che dice l’altra”. Inoltre, con un secondo accordato firmato “la gente non ci capisce più nulla”, ha detto. Ha poi aggiunto: “È finita a bordello e per la sinistra sarà una sconfitta clamorosa”.
Calenda, nell’intervista con Repubblica, ha però sottolineato che non è detto che Giorgia Meloni vinca: “Prenderò molti voti in uscita dal centrodestra, ci sarà una grande onda di consenso come è accaduto a Roma”. E, inoltre, ha ipotizzato di poter mandare Forza Italia sotto il 3%: “Se vado bene toglierò tantissimi consensi alla destra nel proporzionale e questo compenserà il risultato dei collegi, anzi il saldo per loro sarà negativo”.
Il leader di Azione a Repubblica ha poi ribadito di non aver rotto con il segretario dem in diretta tv: “Se qualcuno continua a ripetere questa storia dovrò chiedere a Letta il permesso di leggere i 30 messaggi”. Ha aggiunto, inoltre, che tre ore prima del programma di Lucia Annunziata ha chiamato Dario Franceschini confermandogli la decisione: “Questa coalizione non si tiene in piedi”.