In passato lavorava contemporaneamente come giornalista, ma anche come collaboratore retribuito dai servizi segreti militari italiani (Sismi) con il nome in codice “Betulla”, oggi l’ex deputato del Popolo della libertà Renato Farina è stato “assunto” al ministero della Pubblica amministrazione da Renato Brunetta. La giornalista de Il Fatto Quotidiano Ilaria Proietti ha scovato il nome del giornalista “spia” tra le tabelle della presidenza del Consiglio che lo classificano dirigente con funzioni di consigliere giuridico del ministro Brunetta. Sul sito del ministero risulta invece consigliere per la comunicazione istituzionale delle pubbliche amministrazioni.
Ma qual è il problema con Renato Farina? L’ex direttore di Libero, oggi nello staff del ministro del “governo dei migliori”, in passato, come lui stesso ammise, si era messo al servizio del Sismi dell’allora direttore Niccolò Pollari e dell’ex funzionario dell’intelligence Pio Pompa fornendo informazioni e pubblicando notizie false in cambio di denaro. Come la notizia di “un inesistente video sulla morte in Iraq del giornalista Enzo Baldoni” – ricorda Il Fatto – e per tentare di spiare i magistrati di Milano Armando Spataro e Ferdinando Pomarici che indagavano sul sequestro Cia dell’imam Abu Omar. Per favoreggiamento dei rapitori di Abu Omar Farina patteggiò una condanna a sei mesi poi convertita in una pena pecuniaria.
Una volta scoperto il suo rapporto con i servizi, l’Ordine dei giornalisti lombardo sospese Farina per un anno con l’accusa di aver pubblicato notizie false in cambio di denaro dal Sismi. L’Odg definì il comportamento del giornalista “incompatibile con tutte le norme deontologiche della professione per aver provocato un gravissimo discredito alla categoria”.
In vista della possibile radiazione dall’Albo, nel 2007 Renato Farina si cancellò di sua iniziativa, salvo poi chiedere di ritornare alla professione. Nel 2014 gli è stato infatti ridato il tesserino. Oggi è ancora firma di Libero ma anche neo consulente del ministero di Brunetta, nonostante i tanti intoppi delle passate vicende giudiziarie.