Theresa May non si arrende e spera ancora in un voto sull’accordo Brexit, per evitare che il Regno Unito partecipi alle elezioni europee di maggio 2o19. Se il Regno Unito partecipasse alle europee, la disfatta per i Conservatori sarebbe disastrosa. Theresa May vuole far leva su questa paura per convincere il suo partito a votare l’accordo, già bocciato tre volte dal parlamento.
Tra le prossime mosse del governo vi è una nuova tornata di negoziati con l’opposizione laburista per la ricerca di un accordo di compromesso sul divorzio dall’Ue da far ratificare alla Camera dei Comuni entro il 22 maggio.
Nigel Farage, con il suo partito Brexit Party, è in testa, secondo tutti i sondaggi. “Nigel Farage sarà il politico del 2019”, ha scritto in un editoriale Matthew Goodwins sul Daily Telegraph.
Secondo YouGov il Brexit Party di Farage si attesterebbe intorno al 27 per cento dei consensi, seguito dal Labour di Jeremy Corbyn al 22%. I conservatori crollano al 15 per cento.
Al momento Farage è l’unico che sta facendo campagna elettorale attiva, con numerose donazioni e nuovi iscritti, mentre gli altri partiti tradizionali brancolano nel buio.
Alle elezioni europee 2014 Farage, con il suo Ukip, risultò essere il primo partito, con il 26,6 per cento e 24 seggi all’Europarlamento.
Secondo i sondaggi anche l’Ukip, da cui Farage è uscito nel 2018, potrebbe avere un buon successo, attestandosi intorno al 7 per cento. Il fronte euroscettico, formato da Brexit Party e Ukip, potrebbe contare quindi sul 34 per cento dei consensi.
I due partiti tradizionali raggiungerebbero insieme solo il 37 per cento.
Il grande vantaggio del Brexit Party è avere una posizione netta e chiara sulla Brexit, a differenza degli altri partiti, Conservatori in primis.
L’unica speranza per i Conservatori è quindi quella di votare un accordo di divorzio e uscire entro il 22 maggio. Ma al momento non sembra un’eventualità così semplice da far diventare realtà.
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