“Per ora Draghi fa un po’ come Conte…”. Il leghista Claudio Borghi attacca il premier Mario Draghi e, sulla scia dei mal di pancia esternati da Matteo Salvini, si schiera apertamente contro la linea del rigore che predomina all’interno del governo.
A detta del deputato, la Lega dovrebbe infatti votare contro il decreto se questo non prevede che possano riaprire almeno quelle regioni che hanno i numeri per una diffusione del virus sotto controllo. Un voto che potrebbe mettere in difficoltà l’esecutivo. E questo Borghi lo sa molto bene.
Quello che non va per il leghista
Intervistato da Repubblica, il deputato leghista ha dichiarato: “Mi piacerebbe che ci fosse una approfondita discussione su decisioni che toccano la vita di milioni di italiani. Invece è tutto demandato ai tecnici, nelle cui cabine di regia non si raggiunge nemmeno l’unanimità”.
Per quanto riguarda il fatto di contestare o meno l’Rt, Borghi ha spiegato: “Non lo contesto solo io. Abbiamo invitato degli esperti ad una conferenza sulla pagina Facebook di Armando Siri. Il professor Antonello Maruotti, ordinario di statistica a Roma, contesta il metodo di calcolo. Perché non trova ascolto? Vedo che nei talk spopola Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe, che è un noto gastroenterologo. Nulla contro la categoria, che anzi mi cura la mia ernia iatale, ma perché devono parlare solo i “chiusuristi?”.
Lo sfogo di Borghi su Twitter
Secondo il leghista, la soluzione migliore sarebbe quella di mandare a casa la cabina di regia, all’interno della quale non vi è neanche un deputato, e riportare invece la decisione nelle commissioni parlamentari. Su Twitter, Borghi era stato anche più diretto e crudo quando aveva scritto: “Mi sono ROTTO LE PALLE della CABINA DI REGIA . Che cazzo vuol dire che la cabina di regia ha deciso? Poi la gente GIUSTAMENTE viene a chiedere conto a me”.
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