È partita la “caccia” ai nomi dei 5 deputati che hanno chiesto e ottenuto il bonus per le partita Iva, una delle misure varate dal governo per fronteggiare la crisi dovuta all’emergenza Coronavirus, nonostante il lauto compenso che spetta loro in quanto parlamentari. La notizia, diffusa da Repubblica, è stata segnalata dall’ufficio antifrode dell’Inps, che eroga il contributo. Ma i dati personali dei beneficiari – coperti dalle norme sulla privacy – non sono stati resi noti.
La richiesta di fare un passo avanti sarebbe stata avanzata anche dagli stessi partiti di cui fanno parte i cinque “furbetti”. Almeno tre di loro, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, appartengono alla Lega. Gli altri due sarebbero uno di Italia Viva, anche se fonti del gruppo alla Camera spiegano che al momento non risulterebbe, e uno del Movimento 5 stelle (ma c’è anche chi parla di un parlamentare fuoriuscito dal gruppo pentastellato).
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, nella chat della Lega i vertici pubblicano un messaggio che recita: “A seguito della notizia emersa in queste ore in merito al bonus di 600 euro percepito da 5 deputati vi richiediamo di verificare se per un disguido i vostri commercialisti ne hanno fatto richiesta e conseguentemente vi sono stati accreditati. Grazie”. Ma nessuno si fa avanti.
“Se c’ è un furbetto, si faccia avanti”, avrebbe chiesto Maria Elena Boschi ai parlamentari di Italia Viva. Ma – anche in questo caso – nessuno finora si sarebbe fatto aventi. Nel M5S, il reggente Vito Crimi è netto: “Se così fosse, chiunque sia, sappia che oltre alla “confessione” è meglio che presenti anche le dimissioni da parlamentare”.
Le condanne unanimi dei partiti
“È una vergogna che cinque parlamentari abbiano usufruito del bonus per le partite Iva”, è la presa di posizione del presidente della Camera, Roberto Fico, in un post su Facebook. “Questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. È una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici. È necessario ricordarlo sempre”.
Le condanne arrivano unanimi anche dalla politica. “È vergognoso. È davvero indecente”, tuona Luigi Di Maio, che invita i cinque deputati a restituire quanto percepito e dimettersi. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti parla di “vera vergogna”, mentre Italia Viva, con la ministra e capo delegazione Teresa Bellanova chiede le immediate dimissioni dei parlamentari, “a qualunque partito e schieramento appartengono”. Tra i destinatari del bonus ci sarebbero anche assessori e consiglieri regionali nonché sindaci (in tutto circa 2mila).
Matteo Salvini ha puntato il dito, oltre che sui deputati, anche sull’Inps e sul governo, ‘reo’ di aver varato un decreto che consente anche ai deputati di percepire il bonus, in una successiva dichiarazione sentenzia: “Chiunque siano, immediata sospensione”. Giorgia Meloni twitta: “Che squallore! Gli italiani sono in ginocchio e qualcuno nel Palazzo si preoccupa solo di arraffare sempre di più”, invitando “ogni parlamentare a dichiarare #BonusInpsiono! In modo che i nomi emergano lo stesso, per esclusione”. “Chi ha preso il bonus esca alla scoperto”, chiede da Forza Italia Giorgio Mulè.
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