Angelo Bonelli, voi Verdi siete sul piede di guerra contro il governo. Altro che agenda Draghi!
«In queste ore sulle tariffe e sull’energia sta accadendo qualcosa di incredibile e inaccettabile. Sulla pelle degli italiani».
Cioè?
«Sono i più poveri i più colpiti dalla crescita delle bollette».
Per via delle tariffe?
«Sì. C’è un enorme tema di disuguaglianza sociale sul tavolo».
Quale?
«Mentre gli italiani piangono per le bollette quintuplicate Eni fa profitti stratosferici».
Li avete calcolati?
«Certo. C’è un utile del +670%, solo nei primi sei mesi del 2022: stiamo parlando di 7,398 miliardi di euro».
Lei è contro il mercato, Bonelli?
«Questo non è mercato. Questi sono utili dovuti alla guerra, e alla rincorsa dei prezzi che la guerra ha generato. Non sono guadagni dovuti agli investimenti».
Quindi vanno tassati?
«Certo. È una vergogna intollerabile che porta verso il massacro sociale. Gli extra profitti vanno restituiti al 100%. L’inerzia del governo su questo tema è immorale».
Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi italiani (Europa verde), sciorina i numeri della partita energetica mentre entra ed esce dai vertici convulsi che dovevano decidere il futuro e l’assetto della coalizione di centrosinistra. Il discorso sull’energia non entra direttamente in quella complicata e difficile trattativa, ma è sullo sfondo, come un effetto collaterale nel duello con la linea centrista di Carlo Calenda. Se vuoi capire perché sia così difficile trovare un punto di convergenza, basta seguire il ragionamento del leader ambientalista.
Bonelli, è sicuro dei dati di cui parla?
«Assolutamente sì. Abbiamo fatto l’analisi della media ponderata degli utili realizzati in questi mesi».
Studiando i bilanci?
«Esattamente».
Il governo ha scelto un altro parametro, quello del gettito Iva.
«E si sono ritrovati con un buco da 9 miliardi! Non lo dico io, ma loro stessi, con un dato pubblicato sul Sole 24Ore della settimana scorsa. Si attendevano 10 miliardi, ne mancano 9 all’appello».
E voi che calcolo avete fatto?
«Semplice. Prendi l’utile dichiarato nell’ultimo bilancio e sottrai quello del penultimo: la differenza è l’extra utile. Quello lo puoi tassare».
È un parametro opinabile.
«Ma scusi, è Daniele Franco che ha calcolato i 40 miliardi di extra gettito, non io. E a questo aggiungi che è persino diminuita la pressione fiscale sulle compagnie».
E anche questo dato lei lo deduce dai bilanci.
«Lo dichiarano loro, non io: ma sarei curioso di sapere perché è diminuita la pressione fiscale sull’Eni, e sulle compagnie carbopetrolifere».
A quanto è dichiarato?
«Il tax rate che è nei loro bilanci è sceso al 38%. Ma, ripeto, i numeri sono solo una parte del problema. È l’Arera, l’agenzia di regolazione del mercato energetico – non Bonelli! – ad annunciare che a settembre l’esplosione dei prezzi sarà scaricata sui consumatori».
Un’authority può indicare un problema, ma non una soluzione.
«Infatti questo spetta alla politica, al Parlamento, o al governo. Ma deve essere fatto, perché in questo momento la crisi non è affrontata dal punto di vista della giustizia sociale».
Perché?
«In primo luogo perché il governo Draghi ha scelto di non affrontarla. Il motivo dovrebbe chiederlo a loro. A settembre non si potrà più far finta di nulla».
Si potrebbe dire che il governo è intervenuto proprio con il decreto legge Aiuti-bis che lei citava.
«Sì, ma mi faccia segnalare questo paradosso: se non c’è più la copertura, e mancano 9 miliardi all’appello, questo buco ha una sola possibile conseguenza».
Quale?
«Che i cittadini pagano due volte: la prima perché devono subire l’aumento in bolletta. La seconda – meno visibile ma altrettanto grave – perché aumenta il debito pubblico. Cornuti e mazziati, insomma. Ma lei non mi fa la domanda giusta».
Cioè?
«Perché Eni in questi mesi sta facendo extra profitti stratosferici?».
Perché?
«Perché ha ancora oggi dei contratti in essere con Gazprom a un prezzo indicizzato».
Cioè a una tariffa che non fluttua con la Borsa di Amsterdam.
«Esatto. Un’altra parte del nostro stock, invece arriva a prezzo spot, legato alle oscillazioni del mercato di Amsterdam».
E quindi?
«Sulla prima parte delle forniture, che non fluttua, salgono sia il profitto dell’Eni che il profitto di Gazprom e di Putin».
Lei vuole colpire questo extra gettito?
«Guardi che non parliamo di provvedimenti di stampo eco-socialista, ma di pura regolazione del mercato: il governo è intervenuto dal settembre 2021 al marzo 2022 su questi prezzi. E il prelievo non era esoso».
Ma Eni ha criticato anche il prelievo al 25% contestandone la legittimità.
«Infatti il governo ha ceduto perché Eni ha pestato i piedi e ha detto che avrebbe fatto ricorso alla Corte Costituzionale».
E lei pensa che si potesse tenere duro?
«Si doveva. Il prelievo è legittimo perché la Corte ha già detto in passato che, se tu la tassa la trasformi in un contributo di solidarietà una tantum e circoscritto nel tempo, non si ravvede nessun principio di incostituzionalità».
Un po’ come è accaduto per le super pensioni.
«Esatto. E quale prelievo è più limitato nel tempo di uno che dipende dalle condizioni del mercato?».
Lo ammetta: lei, da verde, vuole colpire Eni e le compagnie carbopetrolifere.
«Non ho intenti persecutori, la rassicuro. Non si mette in discussione l’utile, infatti, ma solo l’extra gettito dovuto alla guerra. Però le giro la domanda che i media mainstream non fanno mai».
Cioè?
«Sareste più contenti se si dicesse: per salvare l’extra gettito e i profitti legati alle oscillazioni di prezzo dovute alla guerra è meglio che paghino i cittadini?».
Nessuno accetterebbe questo principio enunciato così, Bonelli, lei lo sa benissimo.
«Eppure è esattamente ciò che sta accadendo: l’unico tema è che non viene detto. Ma sta accadendo e accadrà ancora di più a settembre. Non parliamo di bruscolini».
Che cosa dicono i suoi conti?
«Si tenga forte. Chi sta realizzando un extra utile guadagna il 3.870% in più».
Le contesteranno questo dato.
«Sono i bilanci dell’Eni. Da 50 milioni di euro di profitti dell’ultimo trimestre 2020 a 2 miliardi del 2021».
Profitti legati a tutte le attività del gruppo.
«Quasi esclusivamente agli idrocarburi. Ripeto. È De Scalzi (amministratore delegato di Eni, ndr) a dire che questi utili serviranno ad incrementare la redditività degli azionisti. Non io».
Non lo ritiene legittimo?
«Guardi che anche il governo Draghi ha ritenuto che questo profitto fosse da tassare».
Però, come abbiamo visto, il gettito previsto non è arrivato.
(Ride amaro). «Se “il governo dei migliori” ha fatto male i conti devono pagare i cittadini?».
Tutto giusto, Bonelli, ma si potrebbe dire che lei è ideologicamente contrario agli idrocarburi.
«Non io, non i verdi talebani e cattivi, ma l’Europa, che ha posto degli obiettivi».
Questo prima che la guerra consentisse alla Germania di riaprire le centrali a carbone. Provvedimenti giustificati con l’emergenza, come per i nuovi rigassificatori installati in Italia.
«Attenzione: quello che viene presentato come ineluttabile e necessario non lo è, nemmeno da noi».
Calenda vuole introdurre il nucleare di nuova generazione.
«Calenda, che si vanta di essere un competente, sta sparando dei numeri a vanvera: sostiene che in Italia si potrebbero costruire 30 centrali nucleari in 10 anni».
E non è possibile?
«Veda lei: la Francia ne ha costruite più o meno 50 in 72 anni! Molte delle quali, oggi, sono quasi obsolete. Ma chi pagherebbe?».
Lo Stato.
«No, sbagliato: i cittadini. Sa a cosa serve questa campagna?».
Me lo dica.
«A costruire tariffe energetiche bloccate su cui scaricare i costi enormi di questi investimenti sulle bollette. Non mi invento nulla, accade già».
E invece lei non vuole farlo?
«I calcoli dicono che le rinnovabili arriveranno molto presto a costare 25 euro a megawattora. Legarsi le mani ora significa costringere gli italiani a pagare, per anni, tariffe del tutto fuori mercato nel futuro».