E alla fine anche Stefano Bonaccini dice la sua. A oltre 24 ore dalle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd, il governatore dell’Emilia-Romagna commenta la notizia con un post su Facebook nel quale definisce “sbagliata” la decisione del leader di farsi da parte e fa un appello all’unità del partito.
“Il Pd è il mio partito e non faccio parte di alcuna corrente”, assicura Bonaccini, che molti indicano come possibile futuro segretario dei dem (e che mesi fa aveva aperto a un possibile rientro nel partito di Matteo Renzi).
“Con Nicola Zingaretti ci frequentiamo fin da ragazzi, ho votato per lui all’ultimo congresso, mi ha sostenuto nella mia rielezione a presidente dell’Emilia-Romagna”, scrive il governatore emiliano-romagnolo. “La mia fiducia personale c’è sempre stata e c’è, immutata. Tale resta sia quando siamo d’accordo, sia quando non lo siamo, e gli ho sempre detto come la penso”.
“Ogni scelta va rispettata, ma credo che dimettersi sia una scelta sbagliata”, osserva Bonaccini. “La stima rimarrà sia se deciderà di rimanere segretario, come spero, sia se confermerà le sue dimissioni”.
“Il punto, per me, è questo: in tempo di pandemia il Pd non può parlare di sé stesso. Non può perché stanno arrivando meno vaccini del previsto, mentre i contagi crescono più del previsto; perché abbiamo bambini, ragazzi e ragazze a casa da scuola e le famiglie in difficoltà; perché ci sono persone che perdono il lavoro e imprese che rischiano di non riaprire più. Ogni giorno mi arrivano centinaia di mail e messaggi che parlano di questi drammi, non dei problemi del Pd”.
“Un partito serve non se discute di sé stesso, ma se affronta i problemi dei cittadini”, conclude il presidente dell’Emilia-Romagna. “E una classe dirigente è tale se non si divide in gruppi, ma si unisce per assumere decisioni. Tanto più in tempo di pandemia. Basta con le discussioni interne, acceleriamo su quelle per il Paese. Serve questo”.
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