Bonaccini: “Chi ha il reddito di cittadinanza può lavorare nei campi”
“Chi prende il reddito di cittadinanza può cominciare ad andare a lavorare” nei campi per raccogliere la frutta e la verdura, visto che gli agricoltori stanno facendo fatica a trovare lavoratori per la stagione della raccolta. “Così restituisce un po’ quello che prende”. Lo ha detto il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, in un passaggio del suo intervento al Quarantalks organizzato dalla Bologna Business School.
“Essendo andati via per la gran parte i lavoratori stranieri, oggi le aziende agricole ci chiedono come trovare lavoratori che vadano a raccogliere la frutta e la verdura nei campi”, ha proseguito Bonaccini. “Visto che quel comparto non solo non si è fermato ma sta producendo, tanto adesso mettiamo a disposizione i Centri per l’impiego per individuare figure di lavoratori che vadano a fare quel mestiere perché non si trova quasi più nessuno”. Il governatore ha poi aggiunto: “Mi verrebbe persino da dire che chi prende il reddito di cittadinanza può cominciare ad andare a lavorare lì così restituisce un po’ quello che prende”.
La proposta del governatore dell’Emilia-Romagna, che richiama al lavoro nei campi chi percepisce il reddito di cittadinanza in emergenza Coronavirus, non dovrebbe suonare come una novità. Il primo a lanciarla era stato il ministro dell’agricoltura francese che aveva invitato i francesi, all’inizio della pandemia di Covid-19, ad andare in campagna e a lavorare per liberare le città.
D’altronde, va anche detto che sui cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza Bonaccini si era già espresso precedentemente. Intervistato in diretta su Skytg24 sui fondi annunciati dal governo come sostegno ai più bisognosi, il governatore aveva risposto: “Quei quattrocento milioni non sono ripartiti su oltre sessanta milioni di italiani ma sono per quelle persone che hanno bisogno di avere una mano e tra questi credo che vanno esclusi coloro che riscuotono già il reddito di cittadinanza perché hanno già un aiuto dallo Stato”.
Il reddito di cittadinanza al tempo del Coronavirus
Nel complesso, le famiglie che ogni mese in Italia ricevono il reddito di cittadinanza sono 933mila per un totale di 2 milioni e 419mila persone, mentre 126mila con 143mila soggetti coinvolti sono coloro che beneficiano della pensione di cittadinanza. L’importo medio mensile percepito è di 496 euro. Al sud il maggior numero di famiglie che beneficiano del reddito di cittadinanza: oltre 641mila, ovvero il 61% del totale. Il nord ne conta 258mila e il centro 160mila. Al primo posto tra le regioni c’è la Campania con 205mila famiglia interessate, seguita da Sicilia (184mila) e Puglia (97mila). Per quanto concerne la spesa dello Stato, al momento è di 4 miliardi e 358 milioni di euro. Si tratta di un dato aggiornato a gennaio.
In base a quanto previsto dal decreto “Cura Italia” del 16 marzo, a causa dell’emergenza Coronavirus sono sospesi fino al primo giugno gli obblighi relativi alla fruizione del reddito e della pensione di cittadinanza, compresi quelli legati alla comunicazione delle variazioni relative al nucleo familiare, all’attività lavorativa e al patrimonio. “In considerazione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, a decorrere dal 23 febbraio 2020 e sino al primo giugno 2020 – si legge nel decreto – il decorso dei termini di decadenza relativi alle prestazioni previdenziali, assistenziali e assicurative erogate dall’Inps e dall’Inail è sospeso di diritto”.
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