Blocco studentesco affigge manifesti contro Fioramonti e lo studio dei cambiamenti climatici
“Fioramonti ministro della distruzione”, è la frase che campeggia sui manifesti affissi da Blocco studentesco fuori da alcune scuole di Bologna e dell’Umbria per protestare contro il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti.
Lo riporta lo staff del movimento legato a Casapound in una nota diffusa il 14 novembre, in cui specifica che i manifesti sono stati allestiti “in risposta alle proposte del MIUR sull’introduzione di programmi scolastici obbligatori per lo studio dei “cambiamenti climatici”.
Fioramonti ha detto in un’intervista a Reuters che dal prossimo settembre 2020 tutte le scuole pubbliche dovranno dedicare 33 ore all’anno allo studio dei cambiamenti climatici, grazie a una legge varata dal governo a guida Lega-M5S, che lascia spazio alla possibilità d’introdurre temi ambientali nell’ora di educazione civica.
Ma per gli attivisti di Blocco studentesco, il ministro in quota M5S sarebbe un “globalista convinto che dissemina fake news”.
“Uno che, per capirsi, è scappato all’estero quando ha ottenuto una cattedra all’Università di Pretoria e ha collaborato attivamente con sigle finanziate da Soros e dalla fondazione Rockefeller. Siamo di fronte ad un convinto globalista, un sorosiano che, senza scivolare nel complottismo, ha semplicemente sposato l’agenda della Open Society. Uno di quelli che non vuole il crocefisso in aula e fa studiare solo l’inglese al figlio. Programmi quindi, quelli sui cambiamenti climatici, in odore di fake news, che saranno sicuramente infarciti di nozioni vaghe, poche soluzioni e tanto buonismo ‘gretino’” , si legge nella nota diffusa questa mattina.
“La rivoluzione non si trova nei programmi del Miur ma nella terra che ci circonda, quella che i nostri antenati hanno chiamato ‘Italia’. I giovani devono essere educati ai sentieri di montagna e dei boschi, della campagna e dei mari. Per rispettare l’ambiente lo si deve conoscere profondamente ed amare. Cosa può insegnarci Fioramonti, se non a cambiare casa (e casacca) quando cambia lo stipendio?”, scrivono i giovani attivisti, per cui la responsabilità dei cambiamenti climatici nel generare i disastri ambientali a cui assistiamo oggi anche in Italia sarebbe solo una fake news.