Bertinotti boccia l’accordo tra Sinistra e Pd: “Il Paese reale chiede altro”
“Il Paese reale chiede altro”: così Fausto Bertinotti, ex leader di Rifondazione Comunista, boccia l’accordo elettorale tra Pd, Sinistra Italiana e Verdi siglato nel pomeriggio di sabato 6 agosto da Enrico Letta, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.
Secondo Bertinotti per la sinistra questa “era l’occasione per provare a rinascere. Riconosco che è più facile farlo nel conflitto che in un’elezione, ma bisogna provarci mettendo a frutto le esperienze recenti in Europa, a cominciare dalla lezione Mélenchon”.
“L’accordo stabilisce una gerarchia tra un fronte neoconservatore e i portatori d’acqua. C’è un alleanza tra il Pd e Calenda, che è il socio di maggioranza e che propone un patto leonino nei confronti degli altri che vi vogliono accedere” spiega l’ex presidente della Camera.
Secondo Bertinotti l’alleanza non servirà nemmeno a vincere le politiche: “A decidere la contesa sarà il 50 per cento che non vota. Dovrebbe essere il destinatario principale di una proposta di alternativa: ma imprigionati in questa alleanza non si ha credibilità nei confronti di quel mondo”.
L’ex leader di Rifondazione si dice convinto che l’accordo tra Pd, Sinistra Italiana e Verdi “è il massimo dell’irrealismo. Un accordo tra professionisti che non tiene conto del Paese reale”.
Di Calenda pensa che sia “un conservatore stampo liberale. Uno che attacca il reddito di cittadinanza, l’unica misura presa per alleviare la povertà”, mentre sull’eventualità che la destra salga al potere risponde: “La destra va combattuta in nome della capacità di mobilitare le masse popolari”.