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    Stasera a Bersaglio Mobile la sfida dei leader: Di Maio, Salvini e Zingaretti

    Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Nicola Zingaretti
    Di Cristiana Mastronicola
    Pubblicato il 24 Mag. 2019 alle 18:54 Aggiornato il 24 Mag. 2019 alle 23:33

    Bersaglio mobile Di Maio Salvini Zingaretti | Le anticipazioni | La puntata del 22 maggio

    A due giorni dalle elezioni europee, torna l’appuntamento con Bersaglio Mobile, su La7. Dopo aver incontrato Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Nicola Fratoianni ed Emma Bonino, Enrico Mentana passa a intervistare gli ultimi tre candidati: Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Nicola Zingaretti. Qui seguiremo in diretta l’appuntamento. 

    Dalle 21.15 il direttore del Tg di La7 condurrà una puntata speciale del talk show di approfondimento politico. Continua così l’impegno della rete di fornire una copertura informativa completa sulle elezioni del 26 maggio per il rinnovo del Parlamento europeo.

    La7 nell’ultima settimana ha fatto sì che sedici ore al giorno fossero dedicate a programmi di approfondimenti e dibattiti incentrati attorno al prossimo importante appuntamento elettorale.

    Bersaglio mobile Di Maio Salvini Zingaretti | Salvini

    L’ultimo ospite di Bersaglio Mobile è il leader della Lega Matteo Salvini, in collegamento da Castel San Giovanni, dalla sede di Amazon. A proposito delle Europee, Salvini ammette che per la prima volta non c’è un “risultato scontato”. “Per la prima volta ci sono popoli, movimenti e paesi che hanno un’idea diversa. Siamo per l’Europa dei popoli. Torniamo a parlare di sicurezza, a destra e sinistra, quella interessa a tutti”.

    “L’estremismo europeo che mi spaventa è quello del rigore di Macron e della Merkel”, ha detto Salvini. “Occorre mettere denaro nelle tasche delle imprese e delle famiglie, rivedendo i vincoli europei. Così com’è l’Europa è ferma, schiacciata”. “Ci vuole qualcuno che difenda gli interessi dei lavoratori italiani, degli agricoltori, degli imprenditori. Difendere il nostro modo di lavorare, mangiare, vivere”, continua Salvini.

    “Dobbiamo rivedere i vincoli europei per abbassare le tasse. Altrimenti non ne usciamo”, spiega ancora il vicepremier. “Probabilmente quello dell’Europa in questo momento storico e economico è il più importante”.

    A proposito della belligeranza all’interno del governo, Salvini toglie ogni dubbio: “Non userò il voto dell’Europa per far cadere il governo”. “Essere quotidianamente criticato dagli alleati di governo è una roba un po’ strana”, continua. La responsabilità cade quindi tutta sul movimento 5 Stelle. “Quello che abbiam fatto sul fronte immigrazione, possiamo farlo anche su altri fronti, come su quello delle tasse”.

    Salvini fa un accenno a Fabio Fazio, “l’unico atto di coerenza è stato non andare ospite da Fabio Fazio, di cui non condivido lo stipendio. A me di Fazio interessa poco”.

    Bersaglio mobile Di Maio Salvini Zingaretti | Di Maio

    Il secondo ospite di Mentana è il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio. “Io non voglio modificare la legge interna del doppio mandato”, specifica Di Maio, incalzato da Mentana. Poi passa a parlare dei lavori in cantiere. “Sui rimpatri dobbiamo accelerare, ma avere la fretta – come ha fatto la Lega – suonava troppo come spot, a una settimana dalle elezioni”.

    “C’è stato un moemtno in cui mi sono sentito in difficoltà: quando la Lega ha volito difendere a tutti i costi il sottosegretario Siri”, dice Di Maio parlando dei litigi continui con l’alleato. “Io ho perso la fiducia” e aggiunge “Che si aspettava la Lega dal M5s? Per me difendere la lotta alla corruzione non è un insulto, è un valore”.

    “Non è che da lunedì dimentichiamo quel che ci siamo detti. Da lunedì la Lega se vuole lavorare con più serenità deve dismettere le posizioni da ultradestra. Il mio dovere è portare il governo su posizioni del governo del cambiamento, non su posizioni che non sono nel contratto”, dice ancora Di Maio.

    “Il tema è che questi partiti rappresentano le istituzioni e se si fanno infiltrare infiltrano anche le istituzioni”, commenta Di Maio rispetto alla questione Siri. “Ora la lega deve dire perché stanno chiedendo i voti: per le Europee o per far cadere il governo? Salvini dice di no, Giorgetti dice che lunedì informerà sulle dimissioni”.

    “I leghisti possono fare quello che vogliono, ma penso che a livello nazionale questo è l’unico governo possibile. Gli italiani hanno mandato Pd e Fi all’opposizione. Noi con responsabilità abbiamo creato un governo. Abbiamo creato il contratto di governo, facciamo le 100 cose che abbiamo scritto. Ci accusano di bloccare il paese, ma loro l’hanno fatto per tre settimane con il caso Siri”, continua Di Maio.

    “Se ristabiliamo un clima di ragionevolezza, troveremo una soluzione a tutti i dossier”, specifica ancora Di Maio. “Noi quando lavoriamo sulle cose concrete, ci capiamo”, continua. A proposito della giustizia: “Se il presidente dell’Anac dice che il reato dell’abuso d’ufficio dice che va modificato, ascolto, ma se il capo di una forza politica ha un governatore indagato per quel capo d’accusa no. Credo che sia inaccettabile abolirlo in questo momento”, spiega ancora Di Maio.

    “Nel tema di tangentopoli bis la Lega si sta comportando come Forza Italia e Pd”, attacca Di Maio.

    A proposito di Europa, “vogliamo portare al centro il discorso sul salario minimo, la ricerca e gli aiuti alle famiglie per le natalità, ma anche più aiuti alle aziende. Tutto questo possiamo farlo scegliendo un commissario che difenda le nostre imprese in Italia, dalla burocrazia europea, e che vada all’attacco”.

    Passati i tempi dell’alleanza con Farage, oggi Di Maio non guarda ai sovranisti. Sul nome del commissario, Di Maio punta sulla ragionevolezza dell’alleato. Vuole “abbssare il cuneo fiscale per le aziende e sbloccare soldi da mettere negli investimenti. Più li sblocchiamo più troviamo fondi per le imprese”.

    Bersaglio mobile Di Maio Salvini Zingaretti | Zingaretti

    “Io ho sempre detto che il sovranismo, il nazionalismo e il populismo  è una forma di innovazione del presente”, ha detto Nicola Zingaretti. Il problema è lo schema della democrazia liberale. Orban vuole quello della maggioranza. E io penso che sia un pericolo per le minoranze ma anche perché c’è un ritorno indietro. La risposta non è solo di criticare i leader, ma perché in tanti sono catturati da questo”.

    “Io credo che abbiamo bisogno di un movimento progressista democratico di sinistra che riapra alla questione dell’inclusione”. Ma perché la sinistra non l’ha fatto? “Dobbiamo ripartire più dall’antisalvinismo, dalla necessità di costruire un progetto per l’Italia che riporti all’inclusione, alla crescita. Il problema della povertà non lo risolvono, cavalcano i problemi, ma non li risolvono”.

    Le periferie non stanno più con la sinistra, incalza Mentana. “Abbiamo discusso forse troppo, ma il cuore del dibattito era questo. Io ho detto proprio questo: va riaperta una grande stagione che rimetta in campo un progetto di sviluppo economico che ha l ambizione di ridurre le distanze tra le persone. Noi apriremo non tra di noi, ma con l’Italia una discussione che rimetta al centro questo tema. Io l’ho chiamata l’economia giusta, che non dimentica più di mettere accanto allo sviluppo quello della ridistribuzione della ricchezza. Altrimenti cresce la disuguaglianza”.

    “Abbiamo portato l’Italia fuori da una crisi economica drammatica, ma non siamo stati al governo capaci altrettanto di vedere il costo della disuguaglianza. Non è un caso che dopo il congresso non abbia reagito con la chiusura settaria. Ci siamo aperti, mettendo in campo atti simbolici, mettendo al cuore del programma sviluppo e sostenibilità ambientale e lavoro”, continua Zingaretti. “C’è una novità ora, cioè che l’ipotesi populista sta aggravando i problemi. Urge una alternativa, perché il declino verso i nazionalismi è possibile”.

    “La sconfitta del 4 marzo è stata drammatica, ma la novità di questo anno è che partiti che al governo hanno il 70 per cento hanno prodotto dei disastri enormi. “Questa pantomima non è figlia di un reale dissenso, ma del fatto che hanno percepito l’unità in questo campo di forze”, quelle che si presentano alle Europee con il Pd e la lista unitaria, “e si sono messi paura e non hanno coraggio di difendere quello che hanno fatto, ma iniziano un gioco al massacro fra loro due”.

    “Una opposizione è credibile solo se dà alternativa. Serve un’opposizione parlamentare, una nel paese che denuncia ciò che non va e che costruisce una alternativa. La priorità è tagliare le tasse agli stipendi più bassi, ad esempio”.

    Siamo l’unico voto che se vince alle Europee fa cadere questo governo. Se vince Di Maio, Salvini fa il ministro dell’Interno altri 4 anni. Se vince Salvini, bloccate le opere per altri quattro anni. Se vince il Pd si rimette in discussione tutto”. “Siamo l’unico voto che se vince fa cadere questo governo. Se vince la lista unitaria del Pd questo governo viene messo in discussione. Questo è il ruolo politico che abbiamo e su cui vogliamo scommettere, con la capacità di rappresentare un popolo che non si sentiva rappresentato”.

    Dà l’idea di un “rifederatore”, suggerisce il direttore del tg La7. “Sull’Europa noi diciamo di superare i trattati che prevedono l’unanimità, handicap dell’Europa; una scelta di campo contro i paradisi fiscali che massacrano la nostra industria, ad esempio”, continua. “La cosa peggiore che può succedere a questa Europa è che qualcuno la distrugga, che finisca in mano ai russi, ai cinesi. io non voglio diventare una colonia di altri”, spiega Zingaretti.

    “Matteo Salvini e i 5 stelle hanno delle allenanze europee ridicole. E quell’Italia lì non conta niente”, spiega ancora il segretario del Pd. “Ci sono dei vertici europei in cui l’Italia non viene neanche più invitata. Non so se ci rendiamo conto in termini di crollo della credibilità”.

    A proposito di Matteo Renzi, “per me non è un ingombro. Io vorrei non riproporre – perché l’ho criticato quando l’ha fatto lui – il partito di Zingaretti”, spiega il segretario del Pd. “Salvini e Di Maio sono stati bravissimi a raccontare i problemi degli italiani, ma incapaci a risolverli”.

    Bersaglio mobile Di Maio Salvini Zingaretti | Le anticipazioni

    L’appuntamento di stasera, 24 maggio, vedrà i principali esponenti della politica italiana confrontarsi con il padrone di casa. Il titolo della puntata è la “Sfida dei leader” e, infatti, il ministro del Lavoro e vicepremier pentastellato Di Maio, il collega leghista e ministro dell’Interno Matteo Salvini e l’opposizione incarnata dal segretario del Partito democratico e presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti dibatteranno con Enrico Mentana presentando i punti salienti dei loro programmi elettorali e sottoponendosi all’esame severo del direttore del tg di La7.

    Bersaglio mobile Di Maio Salvini Zingaretti | La puntata del 22 maggio

    La puntata del 24 segue quella del 22 maggio, durante la quale a sfidarsi erano stati altri esponenti della politica italiana, pronti a convincere, nel dibattito aperto con Mentana, i cittadini italiani a votare per loro alle urne.

    Silvio Berlusconi è stato il primo a entrare nello studio di Mentana. Il leader di Forza Italia ha affermato: “Questi signori del governo non sanno come rapportarsi con i politici degli altri Paesi. Hanno detto che vogliono andare in Europa a battere i pugni sul tavolo, invece ci vogliono buoni rapporti di stima.” Silvio Berlusconi ha attaccato il governo Lega-M5s e ha sottolineato come sia rimasto in contatto con molti leader europei. “Ad alcuni faccio gli auguri per il compleanno, mando regali, fiori…”, ha detto il leader azzurro.

    Giorgia Meloni: è entrata nello studio di Bersaglio Mobile subito dopo l’ex alleato Berlusconi. La leader di Fratelli d’Italia ha detto a Mentana: “Io sto dicendo agli italiani che votando Fratelli d’Italia si costruisce una alternativa. Chi non vuole i 5 Stelle al governo, si deve porre il problema su come costruire una alternativa. Secondo me la vera risposta di queste elezioni non sarà di quanto Salvini sarà più forte di Di Maio, ma quanto sarà più forte chi può costruire una maggioranza insieme a Salvini senza Di Maio. Per questo il voto a Fratelli d’Italia è un voto estremamente utile in Europa per cambiare le cose e in Italia per fare un altro governo”.

    Nicola Fratoianni, leader de La Sinistra, è stato il terzo ospite della puntata del 22 maggio: “In questi anni in Europa come in Italia con il nome della sinistra sono state fatte scelte il cui sapore, odore e colore avevano il segno di un’altro colore politico. Quando al governo è arrivato l’originale è stato più efficace della copia”, ha detto Fratoianni.

    L’ultima intervistata da Enrico Mentana è stata la leader di +Europa Emma Bonino. “La nostra da sempre una passione senza esitazioni per l’Europa cosa che il Pd non ha sempre avuto”, ha detto la Bonino. “La nostra è una passione per l’Europa senza esitazioni, cosa che il Pd non sempre ha avuto”.

    Bersaglio mobile Di Maio Salvini Zingaretti | Gli ultimi sondaggi

    Per l’Italia i sondaggi politici elettorali che riguardano l’esito delle elezioni o gli orientamenti politici e di voto degli elettori italiani sono fermi al 10 maggio, giorno in cui è scattato il divieto di pubblicazione dei sondaggi.

    Nonostante ciò, la testata Affaritaliani.it ha però sondato le aspettative di voto dei partiti. Non si parla di sondaggi in senso stretto, ma di “sentiment”. È la Lega il partito con le aspettative più alte: nonostante ci sia la consapevolezza di una piccola flessione, nel Carroccio si sogna di raggiungere un 35 per cento, anche se la soddisfazione sarebbe grande anche con un 30 per cento.

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