I ballottaggi delle elezioni amministrative raccontano un’Italia diversa da quella che eravamo abituati a conoscere fino a poco tempo fa: il centrodestra ha conquistato alcune roccaforti della sinistra, ha sfatato il mito dell’inviolabilità delle “regioni rosse”, e ha acuito una crisi, quella del Pd, già molto profonda.
I dem hanno tenuto in alcuni comuni, ma nel complesso escono (ancora una volta) da questa tornata elettorale con le ossa rotte. Poiché nella maggior parte delle città andate al ballottaggio la competizione era tra centrodestra e centrosinistra, è cruciale verificare quale sia stato il comportamento dell’elettorato del Movimento Cinque Stelle.
Gli elettori pentastellati si sono riversati in massa sui candidati di centrodestra, specularmente a quello che è attualmente il quadro politico nazionale, o la distribuzione del loro voto è stata più sfumata e sfaccettata?
In un’intervista a Repubblica Rinaldo Vignali, ricercatore dell’Istituto Cattaneo, ha spiegato come la risposta sia differente a seconda delle regioni e dei comuni che si prendono in considerazione.
In Toscana, ad esempio, chi aveva votato un candidato grillino al primo turno ha optato, nella maggior parte dei casi, per l’esponente di centrodestra al ballottaggio. Eclatante il caso di Pisa: qui circa il 70 per cento dell’elettorato M5s si è riversato sulla destra, contribuendo in maniera determinante al risultato finale. Solo l’8,7 per cento ha invece scelto il centrosinistra.
Meno netta la tendenza in altre città: ad Ancona, dove ha vinto il centrosinistra, il 21 per cento dei pentastellati ha scelto i dem e il 34 per cento il centrodestra (gli altri si sono astenuti).
A Teramo e Brindisi i grillini hanno votato più a sinistra che a destra, mentre a Siracusa ben il 94 per cento dell’elettorato M5s ha preferito astenersi.
Il dato complessivo, dunque, è perlopiù sfumato. In regioni storicamente di sinistra come la Toscana, gli elettori grillini hanno optato in maniera compatta per il centrodestra perché, secondo il ricercatore dell’Istituto Cattaneo, “qui il Pd è percepito maggiormente come un blocco di potere, come un sistema”.
A livello globale, tuttavia, emerge come l’elettorato pentastellato sia piuttosto fluido, non certo impossibile da attrarre per le forze politiche di centrosinistra.
Una riflessione che, dalla politica locale, potrebbe allargarsi a quella nazionale. Al momento l’alleanza di governo segna una convergenza tra Lega e M5s, ma almeno una fetta consistente dell’elettorato grillino sarebbe disposto a riposizionarsi più a sinistra se avesse delle opzioni credibili in quel campo, e in ogni caso non sarebbe ostile a una futura alleanza tra il M5s e un partito di centrosinistra.
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