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    Tutta la verità sul concorso per preside della ministra Azzolina: TPI pubblica le graduatorie (e spiega come è andata davvero)

    Di Luca Telese
    Pubblicato il 31 Dic. 2019 alle 11:44 Aggiornato il 2 Gen. 2020 alle 17:38

    Lucia Azzolina nella graduatoria finale del suo concorso ha preso esattamente 158.5 punti. Nell’esame orale 75 su 100. Questo risulta dagli atti.

    Dice la verità l’ex commissario d’esame secondo cui il neo ministro dell’Istruzione non meritava l’abilitazione nel concorso a preside? E, se la risposta è sì, come mai la Azzolina è entrata in quella parte della graduatoria dove si sono classificati tutti coloro che hanno superato il concorso, anche se – come ha scritto l’ex membro della commissione a Repubblica – “ha preso zero in informatica?”.

    È legittima la nomina della parlamentare del M5s? Per rispondere a questa domanda TPI ha fatto un’operazione molto semplice. Ha visionato gli elenchi della graduatoria del concorso da dirigente scolastico (più comunemente noto come “preside”) che sono pubblici e consultabili.

    Qui la graduatoria finale, con Lucia Azzolina arrivata in posizione 2.542:

    Lucia Azzolina, professoressa di ruolo, aveva iniziato a studiare per questa prova quando non era ancora stata eletta. E ha sostenuto l’esame orale (questo per effetto evidente dei tempi dilatati della macchina burocratica) quando era già deputata.

    Il concorso precedente si era svolto nel 2011, e quando L’Espresso si chiese – al momento in cui si celebravano le prove – se fosse opportuna questa partecipazione, la parlamentare pentastellata rispose che riteneva perfettamente legittima la sua partecipazione, non solo sul piano formale, ma anche su quello deontologico: “Siccome per fortuna e per scelta non farò la politica a vita, perché dovrei rinunciare ad un appuntamento professionale per cui mi sto preparando da anni?”.

    Se la Azzolina avesse perso quel treno, infatti, e il concorso si fosse ripetuto con la stessa cadenza, il prossimo appuntamento si sarebbe potuto celebrare nel 2030, quando la deputata sarebbe stata già fuori dalla politica per la regola interna dei due mandati massimi che il M5s si è dato.

    La futura ministra, tuttavia, si è iscritta al concorso nell’estate del 2017 quando era una semplice professoressa di ruolo. Quando ha ultimato le prove non era ancora diventata sottosegretario alla pubblica istruzione (lo è dalla nascita del governo giallorosso, ha giurato il 19 settembre de 2019: in quello gialloverde non aveva incarichi).

    Per accedere all’orale, ovviamente, bisognava superare una prova scritta. Dopo la prova scritta si passava alle interrogazioni della commissione: in entrambi i casi le valutazioni venivano espresse in centesimi.

    Il massimo voto possibile, in entrambe le prove era 100/100. Ma – dal momento che il concorso da dirigente scolastico costringe i candidati a prepararsi sullo scibile umano – per le diverse materie esistono quantità di punteggio limitate che si possono raggiungere.

    Questo, ovviamente, per evitare che i risultati non siano congrui: non servirebbe a nulla un dirigente espertissimo nella conoscenza di Acrobat (che non userà mai) ma lacunoso in cultura generale e in capacità gestionali.

    Proprio per questo motivo, il famoso orale di informatica (una sola domanda) poteva contare “solo” da zero a sei nella valutazione globale. Quello in inglese da zero a dodici punti.

    La parte del leone in questo concorso (comprensibilmente) lo fa la quota di voto sulle diverse “discipline” che erano considerate necessarie a svolgere l’incarico.

    Secondo il concorso un dirigente scolastico modello oggi deve conoscere le svariate materie che dovrà amministrare, deve essere in po’ manager, deve avere una ottima cultura generale per gestire i professori, deve avere nozioni di amministrazione, di diritto scolastico e – ovviamente – deve saper leggere un bilancio: per questo motivo il concorso cerca di sondare tutte queste capacità insieme attribuendo pesi e misure diverse e componendo il voto finale nella somma di scritto e orale.

    Ed ecco come è andato il concorso di Lucia Azzolina secondo le graduatorie che TPI pubblica oggi per la prima volta. La futura ministra ha avuto effettivamente 0/6 in informatica (era una sola domanda – sorteggiata – su una formula di Excel che non ha detto di non conoscere).

    Ha preso 5/12 nella parte in cui si verificava la sua conoscenza dell’inglese. Ma ha fatto la sua performance migliore proprio nelle cosiddette “discipline” (che pesavano di più in termini relativi sul voto finale) dove aveva raccolto 70/82 (si può verificare nella tabella). Ecco perché il suo voto totale è stato 75/100 (ovvero: 70+5+0).

    Ma la deputata del M5s aveva ottenuto un voto molto buono nella prova scritta (ovviamente anonima) toccando il punteggio di 80.5 (e 3 punti le arrivavano per titoli: una laurea in più – la prima ovviamente non si conta, perché era un pre-requisito – e la specializzazione).

    Questo risultato, sommato a quello dell’orale l’ha portata ad una somma totale di 158.5 punti e le ha consentito di collocarsi nei primi 2500 posti (era, per l’esattezza, al 2542esimo posto) su un totale di 2900 posti disponibili (che con gli abilitati senza ruolo arrivavano ad un totale di 3420) e di essere abilitata per l’incarico, in un concorso a cui avevano partecipato 35mila persone.

    Ma una domanda va fatta anche sul commissario d’esame: come può contestare uno dei membri il voto di una commissione di cui lui stesso fa parte (se non era d’accordo poteva dimettersi, o scrivere quella lettera dopo il concorso)?

    E come può contestarlo se, come abbiamo visto, la Azzolina ha superato il concorso anche tenendo conto di quello zero informatica? Il suo risultato finale, infatti, teneva conto di quello zero: ma se per assurdo avesse risposto alla domanda in maniera straordinaria, e incamerato tutti e sei i punti a disposizione, si sarebbe collocata più o meno al 2400 posto (risalendo in classifica più o meno di 100 posti).

    Sarebbe stata “dentro” in entrambi i casi, a prescindere dall’ormai famosa domanda su Excel. Come tanti che hanno avuto zero in informatica. Quasi un candidato su dieci dei 35mila che si erano iscritti al concorso è entrato nella rosa dei 3420 abilitati, come si può riscontrare dalle graduatorie che TPI pubblica in integrale.

    Qui il file con la graduatoria completa:

    Graduatoria integrale concorso per preside
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