Il danno stimato per le finanze pubbliche è stato di quasi 600 milioni di euro, le condanne chieste per l’ex presidente e quattro consiglieri di amministrazione dell’Anas per soli 178 milioni e nessuno tirerà fuori un centesimo. Perché decorsi cinque anni dalla data in cui si è verificato il fatto dannoso, grazie alla prescrizione l’ex numero uno della società pubblica delle strade, Pietro Ciucci, e gli ex consiglieri Enrico Della Gatta, Eugenio Pinto, Sergio Scicchitano e Umberto Siola possono dormire sonni tranquilli.
Un esposto presentato dal senatore Lucio Malan, di Fratelli d’Italia, ha portato la Corte dei Conti a indagare sull’ennesima proroga delle concessioni autostradali, scoprendo che era stata concessa, senza alcun bando e senza la necessaria intesa con la Provincia Autonoma di Trento, alla società Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, l’attuale A4 Holding Spa, in cambio dell’impegno a realizzare una variante autostradale, la Valdastico Nord, per la quale però non è mai stato aperto un cantiere. Come se non bastasse l’affare è poi andato in mano agli spagnoli di Abertis Infrastructuras, che hanno inserito nel loro gruppo A4 per soli 600 milioni di euro, e la stessa Abertis è diventata parte di Atlantia, la holding della famiglia Benetton.
Gli inquirenti contabili hanno tentato di far recuperare al ministero delle Infrastrutture almeno il 30% del danno accertato dalla Guardia di finanza, ma invano. Processo prescritto e milioni di euro pubblici persi. Con i soliti noti che fanno cassa e i boiardi di Stato che dai vari scandali escono sempre senza danni. Per quanto riguarda Ciucci e gli altri, la Corte dei Conti ha messo nero su bianco che lo schema di convenzione con cui hanno previsto la proroga della concessione è stato “un regalo di Anas alla concessionaria e ai suoi proprietari”.