Matteo Renzi è pronto a ripartire per un nuovo viaggio che lo porterà in Senegal e in Kenya. Stavolta, il senatore non ha in programma di partecipare ad alcuna conferenza retribuita, ma parte per mantenere e rinsaldare il capitale di rapporti personali e relazioni istituzionali che si è costruito nel corso della sua carriera politica.
Nonostante la pandemia di Covid-19 ancora in corso e le polemiche scatenate dalle sue ultime trasferte in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi,il leader di Italia Viva è dunque deciso a proseguire le sue numerose trasferte all’estero, le quali, ovviamente, hanno un costo. Non ci riferiamo alle spese, ma al costo in termini di tempo.
A confermarlo sono i dati sulle presenze e le assenza di Matteo Renzi al Senato per il suo ruolo di parlamentare. Questi lo vedono assente o “in missione” a quasi il 60 per cento delle votazioni. Come risulta dai dati di Openparlamento, che registra le presenze e i rispettivi voti dei senatori, su 6.321 votazioni elettroniche complessive da inizio legislatura, Renzi è stato presente a 2.611 (il 41,3 per cento). Risultava invece assente a 2.520 (il 39,8 per cento). Infine, era in missione (ovvero impegnato in altri compiti istituzionali) durante le altre 1.190 votazioni (il 18,8 per cento).
Come spiega il sito di Openpolis, “un parlamentare può essere in missione per incarico ricevuto dalla camera o dal senato (solitamente se componente dell’Ufficio di Presidenza, Presidente di una Commissione parlamentare o Capogruppo) o se membro del governo. Per poter essere considerati in missione, i parlamentari devono inoltrare una comunicazione al servizio assemblea della propria camera di appartenenza. La missione è poi autorizzata dal Presidente dell’aula”.
Tra le assenze di Renzi, anche alcuni voti che Openparlamento definisce come “voti chiave” (ovvero le votazioni più importanti della legislatura sia per la rilevanza della materia trattata, sia per il valore politico del voto). Alcuni esempi relativi alle ultime votazioni chiave: Renzi era assente al voto di fiducia per il decreto riorganizzazione Coni, così come al voto per la conversione del decreto di proroga dello stato di emergenza e a quello di fiducia per il decreto milleproroghe 2021. Era presente in occasione del voto di fiducia per il governo Draghi al Senato (dove ha votato a favore), mentre era assente alla conversione del decreto Natale bis.
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