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    “Draghi capolavoro politico, con Letta svolta nel Pd, ma per riformismo servono i fatti. I dem erano sotto l’incantesimo di Conte”: le parole di Renzi all’assemblea di Italia Viva

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 20 Mar. 2021 alle 12:03 Aggiornato il 20 Mar. 2021 alle 13:53

    “Draghi capolavoro della politica”: le parole di Renzi all’assemblea di Italia Viva

    L’avvento del governo di Mario Draghi “non è una sconfitta della politica, ma un capolavoro della politica”: con queste parole Matteo Renzi ha aperto la quarta assemblea di Italia Viva, che riunisce 650 tra eletti e parlamentari.

    “Oggi Italia Viva non è più decisiva per la tenuta del governo – ha aggiunto Renzi – ma l’obiettivo di Iv non è ritagliarsi una nicchia di potere”, il partito è uno “strumento” per “la salvezza del Paese”.

    L’ex segretario del Pd, poi, ha affermato di non avere nessuna “nostalgia del tempo in cui Ciampolillo era la star dei talk” e di non avere nostalgia “dei Ciampolillo e dei Casalino”.

    Renzi, quindi, ha parlato dell’attuale stato in cui versa la politica italiana e di come “cambierà il quadro politico. C’è la novità del Pd guidato da Enrico Letta che rappresenta oggettivamente una svolta rispetto all’epoca di Zingaretti” anche se, secondo l’ex premier, per la primavera del Riformismo bisogna passare “dalle parole ai fatti”.

    Il Pd  era sotto incantesimo di Conte: lo avevano incoronato leader dei progressisti senza primarie, lui che aveva firmato i decreti Salvini. Se era per il Pd, che voleva andare a votare nel 2019, adesso saremmo nel secondo anno del governo Salvini Meloni , invece grazie a Italia Viva c’è Draghi“, dice Renzi. “Con il 2 per cento abbiamo dettato la linea: come è possibile? Si chiama politica . Il sondaggio è un istante, non fonda e non crea cultura politica. Il primo effetto di questo passaggio di governo è il tempo: Italia viva ha due anni per discutere che cosa  vuole essere da grande e lo faremo insieme”, continua.

    Parlando del M5S, invece, Renzi ha sottolineato che “i 5 Stelle sono dilaniati“, aggiungendo: “Se pensate che questo mi provochi tristezza sbagliate persona”.

    “Chi ha iniziato con il ‘Vaffa day’ e voleva ‘aprire il parlamento come una scatoletta di tonno’ oggi si limita a mantenere le poltrone”. Secondo l’ex presidente del Consiglio “uno vale uno è diventato uno vale l’altro”.

    Renzi, quindi, ha raccolto la “sfida” del riformismo lanciando un messaggio al Partito Democratico: “Siamo pronti al confronto su tutti i punti ma va spezzata la catena d’odio che la politica ha creato in questi anni e che ha una grande responsabile: l’atteggiamento di Beppe Grillo“.

    “Se la cultura riformista – ha aggiunto Renzi – accetta di stare nella sfida con chi accetta di stare nella cultura dell’odio c’è una contraddizione in termini”.

    “Sulla giustizia da che parte si sta sulla prescrizione?. Dalla parte del diritto o dalla parte di Bonafede? In Parlamento c’è una maggioranza garantista. Il Pd sta con noi o con i Cinque stelle?”, chiede Matteo Renzi accogliendo la sfida sul riformismo.

    “Abbandoniamo la retorica mistica delle alleanze”, aggiunge il leader di Iv citando Martinazzoli. “Noi non abbiamo bisogno oggi di discutere di legge elettorale. Prendiamo Atto dei repentini cambiamenti delle altre forze politiche. Siamo già passati dal proporzionale al Mattarellum, ma io ho l’impressione che alla fine non se ne farà niente. Noi siamo pronti ad andare con qualsiasi legge elettorale”, ha aggiunto.

    Non vogliamo candidarci alle elezioni con i sovranisti e non lo faremo. Non vogliamo candidare le nostre esperienze alle elezioni con i populisti. Se questo messaggio suona chiaro ai Salvini e Meloni da una parte e ai Di Maio e ai Di Battista dall’altra è perché questo è il nostro posizionamento politico: il riformismo“, dice Renzi.

    Leggi anche: Italia Viva, 4 parlamentari valutano l’uscita e il rientro nel Pd: Renzi pronto a fare un passo “di lato”

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